MT104: L'intelligenza non è artificiale

 


Paura e delirio sui mercati finanziari. Sebbene Febbraio sia uno dei mesi dell’anno più negativi in termini di stagionalità, la folle corsa dell’intelligenza artificiale sta travolgendo qualsiasi cosa che si frappone tra lei e le stelle. Enormi flussi di liquidità stanno inondando i principali titoli tecnologici, trascinati dall’astro nascente dell’AI, ovvero Nvidia. Ce l'ha fatta un'altra volta, smentendo gli scettici come me che ritenevano improbabile una reazione del mercato improntata alla forte euforia, anche a fronte di una trimestrale che sarebbe uscita ovviamente assai sopra attese, il colosso degli smart chip ha sbancato di nuovo diffondendo onde d'urto che sono giunte anche parecchio lontano.



Poche criticità e un tunnel verde che apre scenari inesplorati | App Economy Insights


Innanzitutto subito dopo la fase concitata dell’uscita del dato ha oscillato per oltre il 7% sopra e sotto il prezzo, raccogliendo una quantità inverosimile di opzioni (manco fossimo all’ippodromo con le scommesse sui cavalli, ndr) ed ha chiuso sui massimi subito al termine della sessione. In pre-market, Giovedì 22 Febbraio prezzava sopra il suo massimo storico ed ha chiuso le contrattazioni del giorno successivo con un +15%, guadagnando quasi 100 dollari in un solo giorno. Dietro Nvidia hanno cavalcato l’onda tutte le «meme stocks» (come SMCI, ndr) con rialzi folli dal 30% in su, trascinando dietro anche i colossi come Microsoft, Apple, Amazon. L’euforia sui titoli tecnologici colpisce l’animo di tutti: dai teen-agers fino ai Warren Buffett della finanza. Vedere il Nasdaq salire del +3% in una sessione e ritoccare i massimi storici, l’S&P500 salire senza soluzione di continuità è davvero un qualcosa di spaventoso e incredibile soltanto a pensarlo.



L’impatto delle 10 migliori aziende sull’indice S&P500: 61,2% | Tier Alpha


Il motto di borsa «si sale per le scale si scende con l’ascensore», sembra essersi completamente ribaltato. Dal 2022 ad oggi il mood è completamente cambiato e l’Intelligenza Artificiale sta pompando pesantemente nel cuore della gente e negli occhi dei CEO. Ma che ne sarà dell’essere umano? Domanda da boomer lo so ma rimango sempre più convinto che la vera intelligenza non è artificiale: sebbene il trend dell’AI sembra partito, rimango sempre più convinto che una piccola ma profittevole fetta di mercato si trovi ancora nella parte dell’industria, della produzione di nicchia, nell’artigianato e in tanti altri settori dove «la manualità» è ancora un valore. Un mondo che corre per produrre di più ed abbassare i costi, riversando i mercati di cinesate e altre minuterie di bassa qualità è la deriva del valore. Opinione del tutto non condivisibile e assolutamente personale, ma torniamo ai numeri.

Inizialmente di fronte ai dati di fatturato (22 miliardi contro 20.4 attesi) ed EPS (5.16 contro 4.60 atteso), un po' di delusione c'era stata. Poi sono arrivati i ricavi della divisione data center, la guidance per il primo trimestre 2024 (24 miliardi di fatturato conto 21.9 atteso) e la frase illuminata del CEO: «L'IA generativa ha raggiunto il punto di svolta». Azione e futures hanno preso il volo. In questa frase è contenuto il concetto di una rivoluzione destinata a impattare tutta l'economia, e non solo un'azienda, con esplosione degli investimenti nel settore, aumento della produttività grazie all'AI, conseguente calo delle pressioni inflattive. Ovviamente nessuno si sofferma sui corollari come un eventuale calo dell'occupazione, una previsione che nessuno può fare con certezza, come nemmeno le altre possono essere considerate garantite. La verità è che l'AI è sicuramente una rivoluzione, anche se è difficile quantificarne gli effetti di medio termine, e come tale accompagnata da un euforia e una corsa agli investimenti che si è vista in numerosi altri campi. Rivoluzioni che hanno creato benessere, visto la nascita di nuovi campioni, ma anche fatto invece vittime, tra chi, tra aziende e investitori, si è accodato troppo tardi al trend. Infatti a un certo punto l'eccesso di investimento comporta un periodo di smaltimento che elimina la capacità in eccesso.



I conti nell’ultimo trimestre sono completamente esplosi e le prospettive di revenue nel 2024 sono paraboliche | App Economy Insights


Buoni esempi di questo fenomeno sono la cannabis, i business covid (video conferenza, gaming, social) e le azioni legate alle cripto. La «new economy» ha avuto i suoi enormi fasti, ma non è sfuggita alla regola delle bolle di investimento: un caso su tutti Tesla. Nel 2021 pareva invincibile, con domanda perennemente superiore alla capacità. Ora i prezzi delle Tesla usate crollano e i margini calano, e il titolo naviga attorno alla metà del livello raggiunto 2 anni fa, ed è in calo del 20% da inizio anno. In questo contesto è stato totalmente ignorato i dati in Europa che certificano il malato d’Europa (la Germania, ndr) e le minute del FOMC della Federal Reserve: la maggioranza dei membri vede dei rischi connessi con l'andare a tagliare i tassi troppo rapidamente, e ritiene opportuno valutare bene se l'inflazione stia rientrando stabilmente al target prima di muoversi. I tagli ci sono e ci saranno ma non sono così vicini.



Mentre l'indice DAX vola verso la luna, la Germania rimane il malato d’Europa | Dax Trading Ideas


L'effetto Nvidia è riverberato anche in Asia, con tutti i principali indici in positivo: spettacolare il Nikkei, che trainato dal suo settore tecnologico, ha superato infine in chiusura, grazie ad un balzo di oltre 2 punti, il massimo del 1989. Gli indici giapponesi sono in progresso da inizio anno rispettivamente del 16.8% e del 12.5%, e sui 12 mesi prendono il 44% e il 34%. Niente male per un economia in lieve contrazione (Q3 e Q4 2023 GDP negativo), e con un attività di recente non molto brillante.



Dopo 35 anni l’indice giapponese Nikkei torna sui massimi storici | LSEG


Wall Street ha preso il largo con forza, ribadendo per l'ennesima volta in questo periodo che è assai più veloce a salire che a scendere. L'azionario europeo, già negli ultimi giorni più resiliente di quello USA, ha approfittato per mettere a segno progressi assai robusti, con record storici per lo Stoxx 600 (nel durante), il DAX (che ha recuperato quasi 2% in termini di spread con l’S&P500, ndr), il CAC e ultra ventennali per Eurostoxx 50 e FTSE Mib. I rendimenti rispondono a quest'euforia salendo sulla parte breve, mentre mostrano stabilità sulle scadenze medio lunghe, e lo spread cala in linea col sentiment. Il mercato domestico appunto, il FTSE Mib ha recuperato i livelli pre-Lehman Brothers segnalando lo stato di forma assoluto.



Se non consideriamo lo stacco cedolare, l’indice italiano potrebbe considerarsi nei pressi dei massimi storici assoluti | Withub


Che dire di questo movimento? Sembravamo avviati verso un consolidamento dell'azionario che scaricasse un po' di eccessi, favorito da stagionalità negativa, una serie di segnali tecnici legati a ipercomprato di breve, bassa partecipazione al rally, e correlazione, e invece Nvidia ha sovvertito tutto, senza raccontare nulla di nuovo, se non che utili e fatturato mantengono il trend, il tutto condito da una dichiarazione del CEO un filo interessata. A complicare il quadro, una situazione stratificata di opzioni sia su Nvidia, che hanno lasciato ancora di più il mercato affollato di strutture rialziste. Ma sui mercati azionari vige una regola che molti dimenticano: tutti comprano e il mercato sale perchè trovano la controparte, ovvero venditori disperati che devono ricoprirsi; quando tutto l’esercito ribassista sarà sconfitto non ci sarà più nessuna controparte e quello sarà il momento in cui tutti coloro che comprano (dal guru della finanza diciottenne al nonno in pensione, ndr) rimarranno col cero in mano. E da li partirà il disastro, la correzione, il respiro, chiamatelo come volete. Quello che è certo è che l’intelligenza non è artificiale ma una semplice conseguenza dell’opera dell’uomo che ciclicamente si ripete. Lasciamoli sfogare.


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