MT93: Botti di fine anno


 

E’ festa grande sui mercati finanziari azionari. L’indice domestico FtseMib ha registrato una performance del +7%, mentre l’indice DAX tedesco oltre il +9% trascinato dal tecnologico Nasdaq (+11%). L'aumento del sentiment economico ha portato molto sollievo ma al contempo, ha confermato il quadro di un'economia in contrazione. I dati sull'inflazione di Novembre in Europa sono bassi e, sebbene permangano alcune preoccupazioni sulle aspettative di inflazione dei servizi, la domanda fiacca è destinata a mantenere l'inflazione verso il 2%. Gli ordinativi industriali continuano a indebolirsi e, sebbene la produzione osservata negli ultimi mesi sia leggermente migliorata, le aspettative sono di nuovo in calo. Per quanto riguarda i servizi, la domanda recente è migliorata, ma le aspettative dei prossimi mesi rimangono deboli. Nel complesso, ciò è in linea con un'economia in leggera contrazione nel trimestre in corso e in quello successivo. Allo stesso tempo, le aspettative sull'occupazione sono scese di nuovo a Novembre, indicando che il mercato del lavoro si sta trasformando. Giovedì è stato rilasciato il dato sull’occupazione record in Italia, ma questo non cambia il fatto che nei prossimi trimestri possano verificarsi piccole perdite sul mercato del lavoro. D’altro canto, i ritocchi salariali verso l’alto dei contratti nazionali ratificati nelle scorse settimane, potrebbero ravvivare i consumi nell’ultima parte dell’anno e dare un boost decisivo ad un rimbalzo dell’inflazione in Italia. Il quadro è molto in chiaro-scuro e ammetto di essere anch’io in stato confusionale sui dati: una parte di essa conferma le aspettative, altri smentiscono totalmente alcuni scenari. Non dev’esser facile analizzare e leggerci qualcosa di utile al momento. Proviamo a farlo.



A Ottobre 2023 aumentano gli occupati e i disoccupati mentre gli inattivi diminuiscono. L’aumento dell’occupazione (+0,1%, pari a +27mila unità) | Istat


I primi segnali di miglioramento tra i consumatori e le imprese manifatturiere e la persistente debolezza nei servizi e nelle costruzioni indicano il proseguimento della fase di debolezza economica nel quarto trimestre. La tenuta del mercato del lavoro e la decelerazione dell'inflazione stanno probabilmente aiutando le famiglie a proteggere il proprio bilancio. Il miglioramento della fiducia dei commercianti al dettaglio, ovviamente guidato dalla componente delle aspettative di vendita, e non dalle vendite correnti, sembra adattarsi al quadro. Il calo della fiducia nei servizi è proseguito a Novembre, con l'indice sceso a 96,4 (da 98), sulla base di letture deboli nei trasporti e magazzinaggio e nel turismo. Quest'ultimo dato fornisce un'ulteriore prova del fatto che l'effetto di riapertura si sta effettivamente esaurendo. Nel complesso, la pubblicazione Istat della scorsa settimana indica una continuazione della fase di debolezza economica nell'ultimo trimestre del 2023. Il settore manifatturiero rimane debole e il calo della fiducia nelle costruzioni e nei servizi evidenzia il rischio di una lettura leggermente negativa della crescita del PIL nel trimestre. Per un graduale miglioramento del quadro economico italiano, dovremo probabilmente attendere il secondo trimestre del 2024. 

Nell’Eurozona invece, le aspettative sull'inflazione al consumo sono scese nuovamente a Novembre, il che vale anche per le aspettative sui prezzi di vendita dei beni. L'inflazione globale è scesa dal 2,9 al 2,4% a Novembre, mentre l'inflazione di fondo (core, ndr) è scesa ancora di più, dal 4,2 al 3,6%. Ciò dimostra che per la Banca Centrale Europea si stanno moltiplicando i segnali di un'imminente vittoria sull'inflazione. Quando avranno il coraggio di ammetterlo?



Inflazione in calo al 2,4%, core PCI al 3,6% | True Insights


A Novembre il calo dell'inflazione è stato generalizzato. L'inflazione energetica è ancora guidata da significativi effetti base (-11,5% su base annua), mentre l'inflazione alimentare è scesa dal 7,4 al 6,9% su base annua. Anche l'inflazione dei beni e dei servizi è scesa significativamente, rispettivamente al 2,9% e al 4% su base annua. Di fatto, su base mensile, l'inflazione core è stata negativa. Immaginavo un calo significativo dell'inflazione negli ultimi mesi dell'anno ma non con questo ritmo: il processo di disinflazione sta avvenendo più rapidamente, in particolare per quanto riguarda l'inflazione di fondo, per la quale si prevedeva che le pressioni sui prezzi sarebbero rimaste più ostinate. Ma la debolezza della domanda e il rapido affievolirsi dei problemi sul fronte dell'offerta hanno portato l'inflazione di fondo su un sentiero di discesa molto più rapido di quanto si pensasse qualche mese fa. Considerando il ritmo mensile di aumento dei prezzi registrato negli ultimi tre mesi, l'inflazione di fondo scenderà sotto il 2% ben prima della fine del prossimo anno.

Per la BCE, i segnali di un'imminente vittoria sull'inflazione stanno aumentando. La banca centrale si preoccupa di fattori come la crescita dei salari e i possibili picchi nel mercato dell'energia che potrebbero riportare l'inflazione su un sentiero più alto. Ma l'attuale politica monetaria è sufficientemente restrittiva, dato che i dati sui prestiti bancari pubblicati all'inizio di questa settimana hanno mostrato che gli effetti dell'aumento dei tassi hanno un impatto significativo. Inoltre, l'impatto dell'inasprimento è ancora molto lontano, poiché i pagamenti degli interessi sono ancora in aumento. Il mercato ha quindi ragione di iniziare a pensare a tagli dei tassi per il 2024. Taglio dei tassi non significherà al 100% mercati azionari al rialzo: qualora la BCE fosse costretta ad abbandonare l’ipotesi di «higher for longer», il vero motivo del dietro-front potrebbe essere ricondotto ad un’economia in contrazione, seppur lieve ma in contrazione. Se esiste ancora un barlume di correlazione tra mercato ed economia, parli ora o taccia per sempre.



L’inflazione sta scendendo molto più rapidamente di quanto previsto dalla BCE: l’IPC registrerà una ripresa nei prossimi mesi, ma la parte difficile è ormai passata e il rischio si sta spostando verso un inasprimento eccessivo


Cosa centrano i dati economici nel contesto globale e delle economie mondiali di cui ne fanno parte? Centra, eccome. La verità è che il mondo è in trasformazione, e di conseguenza le economie sono in grande trasformazione. Una delle cose più evidenti degli ultimi anni non è certo il cambiamento climatico (per quanto ne dicano e pensino quelli di Ultima Generazione) bensì la corsa al riarmo e l’utilizzo massivo di combustibili fossili. Le guerre hanno insegnato ben poco in tal senso e i leader mondiali stanno tracciando solchi dove non si potrà più tornare indietro. Il grande problema del riarmo sta toccando in prima persona le superpotenze economiche (Stati Uniti e Cina) e questa volta il terzo incomodo (la Russia, ndr) è schierato apertamente. Mentre la prima guerra mondiale ha provocato la caduta dell'Impero Ottomano, nella seconda al contrario, è emersa una nuova economia resiliente in Giappone, grazie al Piano Marshall. Idem per la Germania. Altri paesi, sul lato opposto del ridisegno della mappa europea, hanno trascorso diverse generazioni nel malessere dietro la cortina di ferro. Questi risultati diversi significano che sarebbero state necessarie strategie di investimento molto diverse per gestire le esposizioni in queste regioni. Il mondo geopolitico odierno sta cambiando su molti fronti e il conseguente cambiamento dell'ordine mondiale si svilupperà nell'arco di molti anni, se non decenni. Questi cambiamenti avverranno in un contesto di tensioni, risposte e contro-risposte (vedi l’esplosione di nuove guerre a poca distanza da noi).

Le due maggiori economie sono in fase iniziale di disaccoppiamento l'una dall'altra, con gli Stati Uniti particolarmente determinati a mantenere il loro vantaggio tecnologico. Anche i teatri di guerra nel Medio Oriente avranno ramificazioni per un ordine mondiale in evoluzione, anche se le guerre stesse si concluderanno rapidamente. Il governo statunitense sta tracciando molte linee Maginot, segnalando ai suoi avversari le aree di contesa che non è più disposto a ignorare. La Cina è costretta a confrontarsi con un'economia che si trova su un precipizio demografico, con una massiccia capacità immobiliare residenziale in eccesso che probabilmente aumenterà ulteriormente con l'invecchiamento della popolazione (real estate a picco). Come giocherà la Cina la sua mano globale in queste sfide? Quanto è vicina la Cina a un picco economico strutturale?



La Cina sta aumentando la pressione sulle banche affinché sostengano le aziende immobiliari in difficoltà, segnalando che la tolleranza del presidente Xi Jinping per il settore si sta avvicinando al limite | Bloomberg


Ciò che è iniziato come deglobalizzazione si è evoluto in protezionismo, guerre commerciali e controlli sui capitali. L'escalation militare ha seguito rapidamente l'esempio per motivi diversi. Una volta che l'escalation militare si verifica, le risoluzioni e le relazioni non sono facilmente ripristinabili al tavolo dei negoziati. La percezione di una potenziale debolezza e distrazione delle grandi potenze potrebbe portare altre nazioni a cercare di far leva sulle proprie posizioni attraverso allineamenti opportunistici con o contro le grandi potenze, in quanto al mondo viene sempre più chiesto di scegliere da che parte stare. I cambiamenti evolutivi tendono ad assumere un livello di permanenza. E il viaggio verso risultati positivi in tempi di forti tensioni geopolitiche passa di solito attraverso le avversità, nelle loro molteplici forme. Il mondo si sta riarmando, in modo significativo, il che non suggerisce che le soluzioni morbide siano dietro l'angolo. La domanda da porsi oggi è: quali sono le nazioni e gli imperi più vulnerabili e cosa significa questo per gli investitori? Cosa è più pericoloso: gli imperi consolidati che vengono messi in discussione o gli imperi emergenti che sfidano gli altri? In ogni caso, per risolvere queste questioni ci vorranno molti anni. Proteggere il capitale in un'epoca di forti tensioni geopolitiche assume un significato molto diverso, poiché gli equilibri si spostano in modo imprevedibile e molto in fretta. Tempi strani, nonostante i botti di fine anno sui mercati.

Al prossimo articolo!


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