MT84: Fieno in cascina

 


Nonostante i colpi di scena sui mercati finanziari, finora nessuna recessione si è materializzata nel 2023. Aspettando Godot, alla fine Godot non è mai arrivato. Il teatro dell’assurdo e la costruzione intorno alla condizione di attesa alla fine non ha pagato. I bond traders sono rimasti delusi, gli investitori buy on dip non hanno avuto significativi ribassi da comprare e questo 2023 sembra scivolare via tra le mani. Ecco però il colpo di teatro dei mercati. La stagionalità ha preso la scena e riempito con il segno rosso quasi tutto il terzo trimestre. Sia chiaro nessun crollo, bensì una demolizione controllata che fa riflettere e non poco su come i mercati funzionino. L'inasprimento del credito e i rischi del mercato immobiliare continuano a rimanere sullo sfondo. Il 2024 sembra essere quello buono per una recessione, ma a che prezzo? Il raffreddamento dell’inflazione dovrebbe diminuire il rischio volatilità ma sarà abbastanza per tornare sui massimi storici anche oltre oceano?


Le aspettative di performance per l’indice tedesco DAX è stato confermato dalla stagionalità negativa: adesso è il momento di ricaricare i portafogli per il rally di fine anno | Dax Trading Ideas

Queste e tante altre domande sono più che lecite ma la verità è che nessuno sa esattamente la risposta. La dose di aleatorietà dei mercati si acuisce in questa fase in cui gli sforzi degli investitori non tornano indietro nei rendimenti attesi. D’altro canto se Sparta piange Atene non ride: i rendimenti obbligazionari hanno sfidato i modelli macro ed hanno seguito i modelli inflazionistici. Questo comporterà rendimenti più alti più a lungo. Quando la recessione arriverà (se arriverà, ndr) i titoli obbligazionari saranno meglio posizionati rispetto alla sopravvalutazione delle azioni. Questo è un rischio reale di cui sto parlando tanto all’interno dei miei mezzi di comunicazione. Ma è tutto da buttare?


L’attesa per la chiusura di fine anno rimane positiva quando il mercato lavora in territorio positivo nei primi sei mesi | Seth Golden

A mio parere no. Guardando il passato, stiamo entrando in una fase dell’anno estremamente positiva per i mercati. Questo è un ciclo economico molto strano e i segnali contrastanti macro mi inducono a pensare che questa sensazione di incertezza potrebbe diventare un abitudine. Solitamente i mercati ci abituano a lavorare all’interno di convinzioni, battezzando uno scenario per poi improvvisamente cambiare le carte in tavola e smentire tutto e tutti. In questo modo, orde di investitori giovani e vecchi vengono spazzati via, affinché il mercato possa sopravvivere e far ripartire il giochino. In tutto questo contesto è probabile che il barometro dei mercati ancora una volta possa essere il petrolio. Nel recente articolo «Oro bianco, oro nero» ho parlato dei rischi che corriamo a causa di una nuova ondata di rialzi sulle materie prime indispensabili per lo sviluppo di qualsiasi economia al mondo.

Le dietrologie ambientaliste non fermeranno la corsa dell’oro nero
Se non si ha motivo di conoscere le sfumature dei mercati energetici statunitensi, le recenti tendenze del commercio internazionale di petrolio greggio potrebbero apparire sconcertanti. Nonostante abbiano recuperato il titolo di maggior produttore di petrolio al mondo, gli Stati Uniti importano ancora quasi 6,5 milioni di barili al giorno. Allo stesso tempo, il Paese è cresciuto fino a diventare un importante esportatore di petrolio, superando i 5 milioni di barili sia nel 2022 che nel 2023. Tutto questo spostamento di barili tra i confini sembra piuttosto inefficiente, no? Perché non fare un bilancio interno e importare solo ciò che serve? Se solo fosse così facile.
A giudicare dalla risposta della classe politica alle varie crisi economiche, essi hanno ignorato il loro obbligo fiduciario di conoscere i fondamenti di questa importantissima classe di prodotti. Senza vergogna, ogni volta che i prezzi dell'energia diventano un po' più alti, questo gruppo propone suggerimenti superficiali. L’eterna lotta tra democratici e repubblicani, tra sinistra e destra, tra buoni e cattivi, sta raggiungendo il suo apice negli ultimi anni. Di recente i democratici hanno presentato una legge che reimporrà il divieto di esportazione dei combustibili fossili statunitensi, citando i rischi ambientali e i possibili impatti sui prezzi interni. La misura aiuterebbe a dare priorità ai consumatori americani, a proteggere il clima, a promuovere la giustizia ambientale e a mettere gli Stati Uniti sulla strada dell'autosufficienza attraverso la produzione nazionale di energia pulita.


Ogni volta che L’S&P500 ha avuto un calo del 20% a metà anno, un anno dopo il mercato ha registrato un rally del 30% | Strategas Securities LLC

La verità depositaria non è in mano a nessuno ma quello che è certo è che gli ambientalisti e i democratici di sinistra di tutto il mondo detengono il monopolio dell'ignoranza energetica e dell'opportunismo politico. Potremo dire lo stesso per i repubblicani che di recente hanno varato un disegno legge che vieta l'esportazione di petrolio dalla Riserva Strategica di Petrolio degli Stati Uniti verso la Cina. La questione delle esportazioni di petrolio degli Stati Uniti verso la Cina è diventata un richiamo per i repubblicani l'anno scorso, quando il presidente Joe Biden ha annunciato la vendita di 180 milioni di barili per calmierare i prezzi del petrolio, aumentati a causa della guerra della Russia contro l'Ucraina. La mancanza di conoscenze di base su come sono strutturati gli attuali mercati energetici catalizza persino rari momenti di bipartitismo, come quando entrambi gli schieramenti si sono recentemente coalizzati per esprimere la loro opposizione agli sforzi dell'amministrazione Biden di riavviare le importazioni di petrolio dal Venezuela, sostenendo involontariamente un regime autocratico che è stretto alleato della Russia. Robe da matti.

Il demone dell’inflazione rimarrà anche nei prossimi anni
Secondo i sondaggi, l'opinione pubblica pensa che l'inflazione sia alta e che stia peggiorando, e che Biden abbia fatto ben poco per affrontare i problemi. Come si spiega il fatto che la Casa Bianca stia annaspando? Cosa sta facendo l’Unione Europea per mettere un argine a tutto questo? Una guerra nel fronte est ha bloccato tratte di merci, persone, contratti e chi più ne ha più ne metta. Cosa hanno fatto i nostri politicanti per gestire una situazione così drammatica? Niente. Ma dovremo pur sopravvivere, proteggere le persone che amiamo, i nostri patrimoni duramente ottenuti e salvarci la pellaccia. Si ma come? Aumentando la cultura finanziaria. Per questo da alcuni settimane sto preparando traders e investitori che seguono il mio lavoro all’interno di Dax Trading Ideas e Macro Talk al prossimo step: mettere del fieno in cascina. Sotto tutti i punti di vista e in qualsiasi modo voi riteniate più opportuno, questo è il momento di correre ai ripari e investire in asset ad alto rendimento. Il rintracciamento dell’S&P500, le prese di profitto e la demolizione controllata sugli indici azionari Europei, impone riflessioni ma anche azione.


Quando l'S&P 500 è in rialzo YTD tra il 10-20% a fine Settembre, il quarto trimestre è stato più alto nell'84% dei casi | Carson

Quando c'è una variazione dell'inflazione, di solito significa che l'Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) sta salendo o scendendo. E una variazione dell'inflazione non è una variazione del livello assoluto dei prezzi. Se l'inflazione è, ad esempio, in calo, non significa che i prezzi siano diminuiti, ma solo che il tasso di crescita dei prezzi è meno rapido di prima. Dal 2021, i prezzi hanno subito un'impennata piuttosto drammatica, con un IPC che ha raggiunto il 9% in alcuni momenti del 2022 prima di assestarsi al 3,7% il mese scorso. Ancora una volta, questo non significa che i prezzi siano diminuiti, ma solo che il tasso di aumento è diminuito. Il panino da quindici euro è ancora un panino da quindici euro, ma non sale a diciassette euro. Uno dei fattori che hanno maggiormente contribuito all’IPC il mese scorso è stato l'edilizia residenziale, con aumenti quasi in doppia cifra rispetto all’ultimo anno.


La spaventosa curva al rialzo delle rate mensili dei muti negli Stati Uniti | The Daily Shot

Le azioni di Federal Reserve e Banca Centrale Europea hanno avuto conseguenze sulle carte di credito, i tassi dei mutui, i finanziamenti per le auto e i costi di indebitamento delle imprese e dei governi. Quando si prende un prestito per comprare un'auto o una casa, il costo di quell'auto o di quella casa è la rata mensile, non il prezzo di listino. I due acquisti più importanti per una famiglia media sono l'auto e la casa, e in entrambe le categorie dell’IPC esclude il fattore chiave per le persone normali, ovvero l'impatto dei tassi di interesse sul pagamento mensile. Il prezzo di listino di un'auto è un numero importante, ma è la rata mensile che conta. Tenendo presente questo aspetto, diamo un'occhiata ai prezzi delle auto negli ultimi dieci anni. I prezzi delle auto nuove hanno subito un'impennata dall'inizio del 2021 alla fine del 2022, ma i livelli di prezzo stanno iniziando a scendere, seppur dolcemente. Ma il pagamento mensile sta scendendo? No. Perchè questo?

Semplicemente perchè il costo del denaro è aumentato.
La rata tipica del mutuo è aumentata del 20% rispetto a un anno fa. Sebbene la maggior parte dei proprietari di casa abbia ottenuto un mutuo prima del 2021 e quindi non stia pagando i prezzi più alti, il pagamento mensile eccezionalmente alto attualmente significa che le persone non possono più trasferirsi, non possono fittare un altra casa (vedi gli spaventosi aumenti dei fitti in Italia a causa del fatto che si tende sempre meno a comprare) e devono vedere i loro figli lottare per trovare un posto dove vivere. I prezzi degli alloggi dovrebbero essere socialmente accessibili, poiché la casa è un elemento centrale dell'ordinamento per qualsiasi paese ma molte persone non sono in grado di trasferirsi, di acquistare una casa o di affittare a prezzi accessibili a causa dell’insicurezza economica.

In sostanza, il prezzo del denaro è un elemento importante in termini di esperienza di pagamento, ma viene escluso dal parametro dell'inflazione che i responsabili politici utilizzano per valutare l'economia. Ecco perché i politici sono confusi. Alcuni dei loro strumenti chiave non riflettono la realtà e le persone che hanno originariamente rotto gli strumenti per scopi politici non ci sono più. La classe politica di oggi non sa nemmeno cosa non sa.


Il folle rialzo delle nuove immatricolazioni di veicoli negli Stati Uniti secondo l’Indice dei prezzi al consumo urbano | Fred St. Louis

Naturalmente, le case e le automobili non sono le uniche cose che la gente compra. Il cibo è molto più costoso rispetto a pochi anni fa, così come tutto ciò che va dagli hotel ai biglietti aerei, dai beni di consumo confezionati alle sementi. Visa e Mastercard, che a malapena risentono dell'inflazione, stanno aumentando le commissioni di prelievo per i commercianti. Niente di tutto questo è un segreto, l'IPC sui prodotti alimentari mostra che l'inflazione potrebbe essere in calo, ma i prezzi sono ancora alti. Un’inflazione più a lungo con dei tassi d’interesse alti per molto tempo (higher for longer) dovrebbero costringere i mercati a rivalutare i prezzi delle aziende che compongono i panieri.

Si salvi chi sà
Mentre i politici sono in TV a dire «guardate questi grafici» in giro c’è rabbia e desolazione. Vogliono il merito del calo dell'inflazione, della crescita economica e del basso tasso di disoccupazione, senza riconoscere che i costi effettivi delle abitazioni e dei trasporti sono sempre più inaccessibili e in aumento. Inoltre, non esiste un vero e proprio regime politico, ma solo un insieme disarticolato di fazioni che cercano di fare il più possibile secondo la loro visione preferita. L'economia non va bene e non ha senso cercare di far finta che sia così.

Dobbiamo salvarci da soli. L’unica cosa da fare da qui a fine anno è accumulare quanti più asset è possibile per poi prendere un discreto profitto, nell’ordine del 20-30% nella rivalutazione di titoli e sottostanti venduti a causa di tutte le motivazioni dette finora. Questo potrebbe essere il vero modo di combattere l’inflazione: un profitto del 20% contro un inflazione media tra il 5 e il 10% potrebbe dare sollievo dal punto di vista economico e creare valore da un punto di vista della cultura finanziaria. E’ tempo di cogliere le occasioni, tempo di mettere fieno in cascina. I mercati e l’economia sono due cose distinte e separate ed ognuno va per la sua strada per una serie infinita di motivi. I mercati possono rimanere irrazionali ed estremi più dei vostri soldi, ricordatelo sempre prima di prendere una decisione di investimento.
Al prossimo articolo!


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