MT75: Pensieri lenti, pensieri veloci

 



“L'ottimismo esagerato protegge gli individui e le organizzazioni dagli effetti paralizzanti dell’avversione alla perdita; l’avversione alla perdita li protegge dalle follie dell’ottimismo sconsiderato” — Daniel Kahneman

Quando un amico o un collega mi dice qualcosa di interessante, di solito non ho una reazione fino a molto tempo dopo. Quando qualcuno mi fa una domanda profonda, a meno che io non sappia accuratamente la soluzione, rispondo: "non lo so". Il giorno dopo ho una risposta. Sono una persona deludente per chi cerca di discutere o attaccare. Non ho nulla da dire in quel momento. Poi qualche giorno dopo, dopo averci pensato a lungo, ho una risposta. Qualora l’argomento è perfettamente aderente al mio lavoro, a quel punto potrei avere una reazione, spendere del tempo per esporre energicamente la mia tesi, ma in caso contrario no. Probabilmente questo mi fa sembrare stupido sul momento, ma non mi dispiace. Non sto cercando di vincere nessun dibattito. Passo ore a scrivere risposte da diverse prospettive, prima di scegliere la più interessante. Poi, quando siamo in una conversazione dal vivo, cerco di far sembrare le mie risposte spontanee.



Si dice che la prima reazione sia la più onesta, ma io non sono d'accordo. La prima reazione di solito è obsoleta. O si tratta di una risposta che vi è venuta in mente molto tempo fa e che ora usate invece di pensare, oppure è una risposta emotiva di pancia a qualcosa del vostro passato. Quando si è meno impulsivi e più deliberati in questo modo, può essere un po' scomodo per gli altri, ma va bene così. Quando qualcuno vi fa una domanda, non è necessario rispondere. Potete dire: "non lo so" e prendervi il tempo necessario per rispondere dopo aver riflettuto. Così anche nel trading e più in generale sui mercati finanziari. Vi propongo qui di seguito delle riflessioni, alcuni che ho già fatto in passato e altri che ho rielaborato, dei pensieri lenti su 10 concetti critici che amplieranno la vostra mente nel trading. Approfondiamo.

1. SCENARIO MACRO

Ogni inizio settimana, preferibilmente domenica sera prima dell’apertura dei futures, faccio un weekly brifing di tutti gli appuntamenti in calendario, del rilascio dei dati economici e di quanti giorni mancano al prossimo appuntamento con le banche centrali (Federal Reserve & Banca Centrale Europea). Questo mi serve per determinare con ragionevole certezza se sarà una settimana più o meno volatile. Tendenzialmente sui mercati finanziari quasi nulla è prevedibile, a parte la volatilità. Se c’è una conferenza, un dato molto atteso, o qualsiasi altra cosa correlata direttamente ai mercati, quella è l’unica cosa che ci permette di prevedere un cambio di volatilità. Non serve osservare il VIX: le opzioni sull’S&P500 sono inversamente correlate con l’indice. Non avrete nessun vantaggio informativo a tenerlo sott’occhio.

2. ANALISI GRAFICA

Bisogna conoscere i prezzi, i livelli, gli andamenti percentuali medi, conoscere la composizione del paniere, i giorni migliori, a che ora scambia di più, quali sono stati i periodi più importanti di questo mercato, la ciclicità dello strumento. Insomma fare un’analisi top-to-bottom. Dobbiamo padroneggiare lo strumento ed avere la dimestichezza anche senza avere il grafico sotto mano. Sebbene non sono per “il trading da smartphone”, (quello lo lasciamo ai traders da Dubai in Lamborghini) credo che il mercato vada analizzato e scandagliato per bene; non sono neanche fautore del trading h-24 di quelli che osservano i grafici senza perdersi un movimento. Parlo in questi termini perché in passato l’ho fatto e non lo consiglio a nessuno: la qualità della vita si abbassa e i risultati in termini di performance anche. C’è da dire però, a parziale discolpa, che a causa dell’osservazione maniacale del mercato, questo mi ha portato ad un livello conoscenza superiore alla media del mercato sottostante. Potremo pertanto discernere il momento di osservazione sfruttando l’analisi grafica in base a quale fase sei nel tuo percorso: apprendimento o applicazione. Conoscere uno strumento finanziario a menadito non è sinonimo di guadagno assicurato: conoscerne le abitudini è utile ai fini del trading ma poi la componente psicologica fa la sua parte e alcune volte è quella a rovinare tutto il piano di trading. Osserva i grafici con time-frame giornalieri ed evita il rumore quotidiano.



La pianificazione della settimana è il segreto per tenera a bada l’emotività e non farsi condizionare dal rumore quotidiano dei mercati


3. TRIGGER

Quando tutte le condizioni sono al loro posto e i semafori diventano verdi, scatta la fase di entrata a mercato: il trigger. Questo deve avvenire in un momento emozionale favorevole, all’interno del perimetro nella nostra comfort zone. Questo è un passaggio fondamentale e il trigger è correlato strettamente alla gestione della posizione. Devi sapere prima cosa fare dopo. Per chi è agli inizi può essere utile scriversi come ti sentivi nel preciso istante in cui sei entrato a mercato: se in tutte le risposte è palpabile uno stato di ansia, irrequietezza, stress, o un brivido, vuol dire che quello non era il tuo trade e che la size utilizzata non era all’interno della tua comfort zone. Quante persone hanno aperto un trade sapendo che non era il momento di farlo e lo hanno fatto lo stesso? Credo che tutte le persone di buon senso e che hanno fatto trading anche solo con 100 euro o dollari, abbiano provato questa sensazione. Il peso del trigger all’interno del piano di trading è marginale: non è poi così importante il punto di ingresso se in testa non si sa come gestire quello che viene dopo.

4. GESTIONE

All’interno della gestione dell’operazione c’è anche quella emotiva che inciderà sulle nostre future azioni e sul trade. La gestione è tutto: senza di essa non possiamo avere successo in questo lavoro. Da anni all’interno di Dax Trading Ideas parlo di tecniche, di visione ciclica e altro ancora, ma rimarco sempre con estrema convinzione che la cosa principale che distingue i trader perdenti da quelli vincenti è la gestione della posizione. Premesso che per avere consapevolezza e sapere cosa si sta facendo e di conseguenza cosa andrà fatto, c’è bisogno di esperienza: ogni livello di esperienza passa sempre dagli errori quindi amici, traders e appassionati, bisogna sporcarsi le mani con perdite, ore e ore a osservare i grafici, studiare, provare, sbagliare e continuare così, per anni. Un trader per avere un giusto grado di consapevolezza potrebbe incorrere nel suo percorso in vari step e cadere in tanti modi: l’importante è rischiare poco per essere vivi domani e avere la chance di poterci riprovare. Mediamente un traders inizia ad essere profittevole dopo 3-5 anni: chi vuole imparare questo lavoro in 2-3 mesi per me è fuori strada.



Il money management vi salverà: prima della tecnica e degli strumenti finanziari utilizzati, devi sapere prima cosa fare dopo


5. L’ILLUSIONE DEL TREND

Nelle tv, nelle chat, nei forum il proliferare di fantomatici guru che detestano determinati termini è per me assurdo. Avete mai sentito dire “non prendere il coltello che cade?” “Mai contro trend?” Beh su queste affermazioni dissento fortemente. Ma non per il gusto di essere controcorrente; se lo si fa con consapevolezza e all’interno della comfort zone si può anche prendere un coltello che cade, e vedrete che non taglierà! Dopotutto questa è la differenza tra un trader professionista e un neofita in preda alle emozioni. I mercati oggi sono efficienti: questo vuol dire che il mercato tende sempre a giustificare un movimento ed a fare una contromossa. Noi traders siamo alla continua ricerca di un edge (vantaggio) informativo, anche se spesso questo termine è abusato all’interno del vocabolario dei traders ed è molto complesso trovare un qualcosa che realmente funziona, soprattutto nel tempo. Pertanto chi vuol guadagnare deve prendersi dei rischi e non ci sarà mai un momento dove tutto funziona al 100%. Seguendo la Efficient Market Hypothesis il mercato è auto adattivo: secondo questa teoria i titoli vengono sempre scambiati al loro valore equo nelle borse, rendendo impossibile per gli investitori acquistare titoli sottovalutati o vendere titoli a prezzi gonfiati. Pertanto, dovrebbe essere impossibile sovra-performare il mercato attraverso una selezione esperta dei titoli o il market timing, e l'unico modo in cui un investitore può ottenere rendimenti più elevati è acquistare investimenti più rischiosi. Quindi come fare? Bisogna studiare il mercato, analizzare le sedi storiche del mercato sottostante e ripercorrere gli andamenti degli ultimi /N anni, e lasciar perdere il concetto vago e inflazionato del trend: il trend è al rialzo sul grafico a 5 minuti e al ribasso sul giornaliero e ancora al rialzo sul mensile. Non possiamo stabilire una tendenza per sfruttarla a nostro vantaggio ma dobbiamo conoscere il comportamento del sottostante.

6. MEDIARE LA POSIZIONE

Durante questi anni nel mondo del trading ho avuto il piacere di conoscere molti traders: quelli che guadagnano per davvero si contano sulle dita di una mano. Le persone di successo pensano diversamente. Spesso pensano molto diversamente da quello che pensa la massa degli investitori. Di questi nessuno ha espresso stupore alla parola mediazione. Sono convinti così come lo siamo noi che ottimizzare il prezzo di carico, mediare il prezzo e avere un progetto di trading in testa è la cosa migliore che si possa fare. Chi può vantarsi di entrare a mercato e dopo qualche ora fare gain? Trovo alquanto presuntuoso e pretestuoso pensare che il mercato vada dove vogliamo noi che vada. Il mercato fa quello che gli pare. Molto spesso accadono eventi chiamati “climax”: enormi spike e flussi di ordini che vengono colpiti in sequenza (per mancanza di liquidità, eccesso, ecc. ecc.) che provocano movimenti bruschi che nel giro di pochi minuti o qualche ora vengono completamente riassorbiti. Quindi che fare? Bisogna avere un progetto alla base del trade che si sta mettendo in piedi e scaglionare l’ingresso (all’interno della comfort zone) stabilendo una cifra massima che desideriamo rischiare, con stop loss o con l’hedging (tecnica di copertura che si utilizza per congelare la perdita drenandola con una posizione contraria).



Non farti illudere dal trend e da chi vuole accodarsi e partecipare alle feste da imbucato: le migliori opportunità sono “dove scorre il sangue”


7. COMFORT ZONE

Se pensiamo al successo dobbiamo necessariamente uscire dalla zona di comfort. Non ci sarà mai un momento in cui tutto sia perfettamente allineato che ci indica la strada da seguire. Un po' di sana spensieratezza e follia è necessaria se si vuole intraprendere qualcosa nella vita! Dopo aver provato l’ebrezza di uscire dalla comfort zone è il caso di ritornarci dentro: come? Daily routine con il piano di trading, il dimensionamento della size e altre buone abitudini. L’atteggiamento da avere è quello che chiamo “condizione win-win”: se il trade va nella mia direzione sono stato bravo, gestisco la posizione così come ho programmato (trailing stop, take profit, lascio correre, breakeven) e così via; se il trade va male rimango fiducioso che possa prendere la mia direzione in un secondo momento quindi integro il prezzo di carico aprendo una nuova posizione. In questo modo il progetto di trading è salvo ed io sono perfettamente consapevole di quello che sto facendo. Questa è quella che io chiamo "la consapevolezza del trader finanziario".

8. ANALISI TECNICA

Nei social mi diverto tantissimo a vedere tanti prendersela con l’Analisi Tecnica. Alcune volte sono d’accordo: i traders improvvisati disegnano degli scarabocchi sui grafici veramente geniali, ma che non hanno nulla a che fare con l’AT. Non mi piace neanche dare dei nomi ai pattern (come nei libri). Alcune volte quando ci complichiamo troppo la vita utilizzo questo metodo: “back to basis”. Tolgo tutto dal grafico, e mi accorgo di quanto era così chiaro! Cosi dobbiamo fare anche approcciando l’AT: prendere i riferimenti utili, necessari per capire cosa è successo e cosa potrebbe succedere in futuro. Ricordiamo che il mercato ha memoria storica dei livelli. Quindi dobbiamo utilizzare il grafico come se fosse il blocco note, il libretto degli appunti dove segnare, tracciare quello che è accaduto. Anche scrivere sul chart che in quel dato giorno c’è stato un dato macro che ha provocato quella reazione, potrebbe essere utile in futuro notare l’effetto che quella notizia ha provocato. Nel corso del tempo l’AT si è evoluta tantissimo e in tanti casi è stata integrata con l’analisi quantitativa. Perchè denigrarla?



Gioca nella tua comfort zone: cerca sempre un vantaggio operativo che ti permetta di lavorare in uno scenario win-win


9. I VOLUMI

L’analisi volumetrica è un altro tassello interessante nel puzzle dei mercati. Dalla mia esperienza posso testimoniare che i livelli tecnici e le analisi non convenzionali che effettuo, vengono confermate dai volumi. Mi spiego meglio: su un dato livello di prezzo che ho identificato osservando la price action, si nota la confluenza di molti scambi e tanti volumi su quel dato livello. La domanda sorge spontanea: è nato prima l’uovo o la gallina? In questo caso: è nato prima il livello o prima il volume? Posso confermare dopo anni e anni di studio molto approfondito: è nato prima il livello. Nel senso, quel livello di prezzo-tempo era già li presente e scolpito all’interno del grafico: quando il mercato è arrivato li ha avuto una reazione ha attratto compratori e venditori e su quel prezzo hanno inserito denaro, esprimendo volume sul chart. Potrei attirarmi molte critiche per quest’affermazione ma mi sono permesso di farla perché il tempo e lo studio profuso mi ha dato questa risposta, parlo per cognizione di causa. Allora denigro i volumi? Tutt’altro. Per l’analisi intraday, l’osservazione del flusso volumetrico, con il delta volume, il mirror profile, il volume profile e altri indicatori con software specifici, posso assicurare che è una mappa assolutamente importante per inquadrare le intenzioni della mano primaria. Il volume lascia l’impronta di un intenzione.

10. ANALISI CICLICA NON CONVENZIONALE

Negli anni molti studi sulle ciclicità del mercato sono stati affrontati, con vari approcci. Gann, Hurst, Elliott tra i più autorevoli, hanno cercato di identificare l’anello mancante all’analisi pura del prezzo: il tempo. Senza entrare in tecnicismi che manderebbero su tutte le furie i puristi di questi tipi di analisi, ho sintetizzato e semplificato alcuni concetti per rendere più concreta l’analisi all’interno di Dax Trading Ideas. Quello di cui abbiamo bisogno è il riferimento temporale: dato un range di prezzo in un range di tempo, riusciamo a calcolare i punti futuri dove il prezzo a ragion veduta possa vibrare. Non è magia, né finzione, soltanto rapporti matematici, come diceva Faraday!

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