MT69: Qualcosa che so non arriverà mai

 


“Ora mi sento come se stessi aspettando qualcosa che so non arriverà mai, perché adoro illudermi e sperare, ti senti più vivo mentre lo fai” — Charles Bukowski

Barron’s è un settimanale americano pubblicato da Dow Jones & Company e fondato nel 1921 da Clarence W. Barron. Acclamata come una delle riviste più importanti al mondo, ogni numero fornisce un riepilogo dell'attività di mercato della settimana precedente, oltre a notizie finanziarie, rapporti, sviluppi di mercato, prospettive per la settimana a venire, statistiche rilevanti ed altro ancora. E’ altrettanto famoso per essere uno dei migliori indicatori contrarian dell’informazione finanziaria, in quanto le sue copertine sono spesso anticipatrici di epici crolli e grandi recuperi. Un timing perfetto. E’ comico notare come ad ogni spinta sul lato marketing per immortalare il momento corrisponda ad un top o un bottom del mercato. Nell’ultima copertina ha rassicurato gli investitori sull’inizio del mercato toro, avendo l’S&P500 superato la soglia psicologica del 20% di rialzo dal minimo di Ottobre. E’ l’inizio di un bull market o Barron’s si guadagnerà il premio di gufata dell’anno? Approfondiamo.




L’inflazione negli Stati Uniti è un coltello che cade

Spesso è difficile riassumere le circostanze degli avvenimenti sui mercati finanziari riducendoli all’uscita dei dati macro o all’andamento dei tassi d’interesse. Questo momento è particolarmente difficile per chi come me prova a capirci qualcosa in più e mettere in relazione dati e movimenti. I mercati finanziari è uno dei settori più complicati e competitivi al mondo, pieno di contraddizioni. Se è pur vero che dopo un recupero del 20% dell’S&P500 è solitamente ripreso un mercato tendenzialmente rialzista, è ancor più vero che tutti i mercati ribassisti non si sono mai stati visti prima della conclamazione della recessione. Sul fronte dell'inflazione, sebbene vi siano prove di una pressione più contenuta sulle famiglie, quella di fondo rimane ancora elevata, così come il mercato del lavoro. I PMI (Purchasing Managers Index) invece al contrario sono più in sintonia con un rallentamento materiale, e di fatto indicano una tendenza alla recessione. Poi c'è il mercato immobiliare, che sembrava sul punto di implodere, ma che ultimamente si sta riprendendo. E poi c'è la fiducia dei consumatori, che continua a reggere. È lontana dai massimi, ma si rifiuta di scendere materialmente.



L'indice S&P500 non tocca mai il fondo prima di una recessione | Bloomberg


I numeri non mentono. L’inflazione negli Stati Uniti ha confermato la tendenza in atto: dal 4.9% siamo passati in poche settimane al 4%. Il tasso principale è salito dello 0,1% al mese o del 4% su base annua, con il tasso di inflazione principale più lento da Marzo 2021. Nel frattempo, l'IPC core (esclusi cibo ed energia) è salito dello 0,4% mensile e 5,3% annuo. Questo dato è in calo rispetto al 5,5% e rappresenta il tasso annuale più lento per l'inflazione core da Novembre 2021. Un ottimo dato per i consumatori, meno incoraggiante per le imprese, già costrette ad arrancare a causa del restringimento delle condizioni del credito. Analizzando la componente core, vi sono alcuni segnali di ammorbidimento in alcune categorie chiave come gli affitti e i costi delle auto usate. Questo ha di conseguenza indotto la Federal Reserve ad interrompere la corsa del rialzo dei tassi come vedremo più avanti.



Il dato sull’inflazione ha registrato la 12° discesa consecutiva | Trading Economics


La debolezza del sentiment delle imprese implica che i responsabili che compilano i rapporti ISM stanno diventando più cauti e questo sta portando a una riduzione del potere di determinazione dei prezzi e delle intenzioni di prezzo. Ciò vuol dire altra incertezza. Nel complesso, il rapporto dell’inflazione è un segnale neutrale e l’euforia dei mercati è ingiustificata. Probabilmente siamo entrati in un periodo di ripresa per l’economia e la Federal Reserve potrebbe per la prima volta nella sua storia, identificare e controllare il processo recessivo in atto. Nonostante ciò il prezzo degli asset dovrebbe accusare uno storno, se non altro per un riposizionamento verso la parte qualitativa del rischio (obbligazionario).



L’inflazione core segna per la 2° volta un calo | Trading Economics


La Federal Reserve vota lo “Stop & Go”

Poco più di un mese fa, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha lasciato intendere che, dopo un rialzo dei tassi di 500 punti base in 14 mesi (il rialzo più veloce di sempre), i tassi di interesse potrebbero essere finalmente entrati in un territorio restrittivo e che la Fed potrebbe fare una pausa nella riunione di Giugno per prendere tempo e valutare gli effetti. I mercati hanno colto questo come un segnale che potremmo già essere al culmine, con il timore che la combinazione di alti costi di finanziamento e condizioni di prestito più rigide possa provocare una recessione con un'inflazione che torna rapidamente verso l'obiettivo. Il 4 Maggio, i contratti sui futures dei Fed funds prevedevano un taglio dei tassi di interesse di 86 punti base entro la fine dell'anno e la discesa dell'intervallo target al di sotto del 4% alla riunione del FOMC di Gennaio 2024.

Dopo dieci rialzi consecutivi dei tassi negli ultimi 15 mesi, la Federal Reserve ha lasciato invariato il tasso dei Fed Funds al 5-5,25%

Nelle settimane successive, l'attività si è mantenuta stabile, l'inflazione di determinati beni è continuata a salire, le buste paga sono aumentate e alcune banche centrali esotiche (australiana e canadese) hanno sorprendentemente rialzato i tassi. I commenti di alcuni funzionari della Fed, che si sono dimostrati falsi, hanno aumentato la sensazione che i rialzi non siano ancora finiti. Questo non è il mio scenario di base come racconto da un pò qui su Macro Talk e infatti la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi d'interesse, segnalando la possibilità di ulteriori rialzi per dare il contentino ai falchi all’interno del consiglio, ma i giochi oramai sono fatti.



Il taglio dei tassi di interesse della Fed è stato ribassista per le azioni in passato | Game of Trades


Si è trattato di una decisione unanime, nonostante molti dei falchi abbiano parlato in anticipo della necessità di ulteriori rialzi dei tassi. Tuttavia, hanno chiaramente espresso il loro punto di vista con le previsioni aggiornate che le accompagnano e che assumono un tono decisamente da falco. Il dot plot di Marzo indicava che i tassi avevano probabilmente raggiunto il picco, ma le previsioni di Giugno mostrano che ci si aspettano altri due rialzi dei tassi prima di invertire la rotta nel 2024 con una riduzione dei tassi di 100 punti base. Analizzando i singoli numeri, nove membri prevedono un rialzo di 50 punti base, due di 75 e uno di 100. Quattro membri prevedono un solo rialzo e solo due ritengono che i tassi rimarranno fermi fino alla fine dell'anno.

Cosa sono i dot plot? — Il dot plot mostra le proiezioni per il tasso dei federal funds. Ogni punto rappresenta l'opinione di un responsabile delle politiche della Fed in merito all'intervallo obiettivo del tasso alla fine di ogni anno indicato. I mercati si concentrano generalmente sul "punto" o proiezione mediana.

Durante la conferenza stampa il presidente Jerome Powell come tutte gli altri banchieri centrali, ha ripetutamente affermato che “la politica monetaria opera con ritardi lunghi e variegati”, giustificando il senso di una pausa: ci si concede un po' più di tempo per valutare l'impatto di questo pivot. Si valutano le condizioni di mercato e le reazioni dell’economia per poi pensare a riprendere o continuare a fare la vedetta dalla cima del 5%.

In questo contesto a mio parere una pausa di un mese ha poco senso se non hai la prospettiva di almeno 2 tagli entro quest’anno. Il rischio è quello che abbiamo detto fino ad alcune settimane fa, ovvero rompere qualcosa nell’economia. In sintesi, è stato rilevato:

  • crescita vista molto più alta nel 2023 rispetto alle proiezioni di Marzo;
  • disoccupazione vista molto più bassa a dicembre rispetto a 3 mesi fa;
  • inflazione core più alta rispetto a 3 mesi fa;
  • ancora 2 rialzi previsti dalla media dei membri entro Dicembre.



Gli swap della Fed riprendono quasi completamente a scontare l'aumento dei tassi entro Luglio, mentre le probabilità di taglio svaniscono | Bloomberg


La Fed si è agganciata al tema che ha dominato la mentalità del mercato nelle ultime settimane, ovvero che l'economia statunitense continua a rifiutarsi di andare giù. Ciò ha favorito gli asset di rischio, in quanto i rischi di insolvenza che tipicamente deriverebbero da una recessione sono stati tenuti a bada e ciò ha favorito il restringimento degli spread creditizi e la performance dei mercati azionari. Anche le misure del rischio di sistema si sono attenuate, soprattutto perché l'angoscia immediata del settore bancario è stata ridimensionata. Questa combinazione complessiva ha permesso ai tassi di mercato di salire, grazie all'aumento dei tassi reali, che a loro volta sono un segnale di forza.

“Non abbiamo ancora finito” dice la Banca Centrale Europea

La Banca Centrale Europea nell’ultima riunione della scorsa settimana ha continuato il suo ciclo di rialzi e non mostra alcun segno di pausa a breve. Il ciclo di inasprimento più aggressivo della storia della Bce continua, così come la lotta all’inflazione. Adesso il tasso di riferimento è arrivato al 4%.



La Bce rispetta le previsioni degli analisti | Investing.com


Nonostante il recente ammorbidimento, l'inflazione effettiva, sia headline che core, rimane troppo elevata e le aspettative di un ritorno dell'inflazione all'obiettivo solo tra due anni, hanno chiaramente indotto la Bce a continuare ad alzare i tassi. Il fatto che le più recenti proiezioni dello staff includano una revisione al rialzo dell'inflazione complessiva e di quella di fondo per l'intero orizzonte temporale deve aver rafforzato l'ipotesi di continuare ad alzare i tassi. Tuttavia, con la pausa da falco della Federal Reserve e un'economia dell'eurozona che non solo si è rivelata meno resistente del previsto, ma che si trova anche ad affrontare prospettive di crescita molto contenute, la Bce sta correndo sempre più il rischio di peggiorare le prospettive economiche. Inoltre, l'evidenza storica suggerisce che l'inflazione di fondo normalmente ritarda l'inflazione complessiva, mentre l'inflazione dei servizi ritarda quella dei beni. Si tratta di due forti argomenti a favore di un ulteriore rallentamento dell'inflazione di fondo nella seconda metà dell'anno. Niente atterraggio morbido quindi.



Lagarde durante la conferenza stampa | Class Cnbc


Tuttavia, nonostante i buoni argomenti contro ulteriori rialzi dei tassi, la Bce non può permettersi di sbagliare sull'inflazione. Lagarde vuole e deve essere sicura di aver ucciso il drago dell'inflazione prima di prendere in considerazione un cambiamento di politica. Per questo motivo sta ponendo più del solito l'accento sull'andamento dell'inflazione reale. Anche se ciò contraddice completamente la politica monetaria prospettica, la Bce non è in grado di rischiare. Così durante la conferenza stampa la presidente ha tenuto aperta la porta ad altri aumenti dei tassi di interesse quest'estate. La strategia adesso è quella di interrompere la forward guidance che aveva guidato le decisioni sui tassi della Bce negli ultimi mesi, preannunciando di adottare adesso un approccio “meeting by meeting” ovvero riunione per riunione. La Bce ha ancora molta strada da percorrere secondo Lagarde e un ulteriore rialzo a Luglio è molto probabile. E per quanto mi riguarda me lo aspetto: non ci vedo nulla di strano nel farlo visto cha la Bce è dietro, in ordine di tempo dalla Fed di almeno 100 punti base da quando è partita.

Nel caso arrivi una grave recessione la situazione potrebbe cambiare drasticamente e allora vedremo davvero una corsa al ribasso dei tassi, in stile 2020. Lo scenario è davvero lontano adesso ma, non bisogna scherzare con il drago dell’inflazione: qualora crolli in maniera verticale anche in Europa, come sta già avvenendo adesso negli Stati Uniti, allora vorrà dire che qualcosa si sarà rotto. Forse irrimediabilmente.

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