MT68:E’ tutta Nvidia

 


Il 16 agosto 1896 tre persone (due nativi americani e un californiano), guidate da Skookum Jim Mason, un nativo del luogo, risalendo il fiume Klondike scoprirono casualmente dei ricchi giacimenti d'oro nel Fosso del Coniglio (Rabbit Creek), nel territorio dello Yukon, nel Canada nord-occidentale. La notizia si diffuse rapidamente negli altri campi di attività minerarie nella valle del fiume Yukon. La notizia raggiunse gli Stati Uniti nel Luglio 1897, quando i primi cercatori che tornavano dopo aver fatto fortuna giunsero a San Francisco il 15 Luglio e a Seattle. Nel 1898 la popolazione delle terre ove era stato scoperto l'oro arrivò a 40.000 abitanti. Giunse gente fin dalla lontana New York, dalla Gran Bretagna e addirittura dall'Australia. A sorpresa, molti erano liberi professionisti come insegnanti, medici, persino un ex-sindaco, che rinunciò alla sua rispettabile carriera politica per affrontare l'avventura.

La maggior parte dei cercatori sbarcava a Skagway, in Alaska. Di lì viaggiavano sulla terra o risalivano i torrenti fino a giungere a Dawson City, la città simbolo della corsa all'oro. DC era un minuscolo borgo che contava un paio di edifici, ma con la corsa all'oro si trasformò in una turbolenta cittadina di 30.000 abitanti, il maggior insediamento di tutto il Canada nord-occidentale. I cercatori dovevano trasportare un gran numero di rifornimenti di beni, quasi tutti di genere alimentare, oltre ai permessi di soggiorno in Canada. A Dawson City erano molto frequenti gli incendi, le carestie e le attività criminali. Perciò furono inviati uomini della Polizia a cavallo del nord-ovest per far rispettare le leggi ai minatori. Una volta che gran parte dei cercatori arrivò a Dawson City, la maggior parte delle principali concessioni minerarie della regione erano già state assegnate, con grande sconforto e rassegnazione per chi aveva creduto nell’impresa della vita.



Nvidia si unisce al Trillion Dollar Club | Visual Capitalist


Ma chi guadagnò realmente dalla corsa all’oro? Molti ci provarono ma chi trovò davvero l’oro furono in pochi, molto pochi. Quelli che guadagnarono realmente però furono coloro che vendettero a tutti “i sognatori”, le pale, i setacci, i picconi, le carriole e i somari, alimentando così la speranza che l'oro, con i giusti strumenti, non sarebbe stato così difficile da trovare. E’ con la stessa speranza che ai giorni nostri è nata la nuova febbre dell’oro, cioè la corsa all’Intelligenza Artificiale. I mercati finanziari hanno decretato già un vincitore. Un’azienda conosciuta dagli addetti ai lavori, da nerd e gamer ma quasi sconosciuta al grande pubblico, la cui fortuna è esplosa in Borsa portandola sulla soglia del «trilione» (mille miliardi di dollari), un valore che la mette in un ristrettissimo “Trillion Dollar Club” in compagnia di aziende ben più note ai consumatori - come Microsoft, Amazon, Alphabet-Google.

Nvidia, leader mondiale nel computing

Si chiama Nvidia, nacque trent’anni fa in una riunione tra amici in un fast-food a San Jose, nella Silicon Valley californiana. Non si occupa direttamente di intelligenza artificiale come la start-up ChatGPT finanziata da Microsoft o come Google. Però è la principale artefice dei microchip più sofisticati che sono necessari per i generatori di intelligenza artificiale. Nvidia è quotata al Nasdaq, la Borsa dei titoli tecnologici più importanti degli Stati Uniti. Le sue azioni hanno avuto un rialzo impressionante, +160% dall’inizio dell’anno. L'azienda progetta chip semiconduttori costituiti da fette di silicio che contengono schemi specifici. Proprio come quando si preme un interruttore elettrico per accendere una luce a casa, questi chip hanno miliardi di interruttori che elaborano informazioni complesse simultaneamente. Oggi sono parte integrante di molte funzioni di Intelligenza Artificiale. Mentre il valore di mercato di Nvidia raggiunge nuove vette, molti si chiedono se la sua crescita esplosiva continuerà o se la mania dell'intelligenza artificiale è solo temporanea. Le argomentazioni possono essere prese in considerazione da entrambe le parti.



I titoli con le migliori performance nell'S&P500 quest'anno | Charlie Bilello


Per quanto riguarda coloro che credono in un ulteriore rialzo delle quotazioni, c’è da dire che le grandi aziende tecnologiche stanno correndo per sviluppare capacità come OpenAI. Questi tipi di IA generativa richiedono quantità molto più elevate di potenza di calcolo, soprattutto quando diventano più sofisticati. Molti giganti tecnologici, tra cui Google e Microsoft, utilizzano i chip Nvidia per alimentare le loro operazioni di IA. Si consideri che Google prevede di utilizzare l'IA generativa in sei prodotti futuri. Ognuno di questi ha oltre 2 miliardi di utenti. Nvidia ha anche lanciato nuovi prodotti a giorni dalla sua stratosferica ascesa, spaziando dalla robotica ai giochi. In testa c'è l'A100, una potente unità di elaborazione grafica (GPU) adatta all'apprendimento automatico. Inoltre, ha annunciato una nuova piattaforma di supercomputer per la quale Google, Microsoft e Meta sono i primi ad averla. Complessivamente, 65.000 aziende in tutto il mondo utilizzano i chip dell'azienda per un'ampia gamma di funzioni.

D’altra parte, ovvero coloro in cui credono che tutto questo sia una bolla pronta ad esplodere, la domanda da farsi ad oggi è: come si collocano le sue valutazioni fondamentali rispetto ad altri giganti? Bene, il suo rapporto prezzo/utili (P/E) è secondo solo a quello di Amazon, con 214,4. Questo rapporto indica quanto paga un azionista rispetto agli utili di una società. In questo caso, il prezzo delle azioni della società è superiore a 200 volte gli utili per azione. Roba da fuori di testa. Per alcuni, la valutazione di Nvidia sembra irrealistica anche a dispetto delle prospettive dell'IA. Sebbene Nvidia abbia un fatturato di 11 miliardi di dollari previsto per il prossimo trimestre, (superando di 4 miliardi gli utili attesi) ciò significherebbe comunque multipli significativamente più alti rispetto ai suoi colleghi big tech. Ciò suggerisce che l'azienda è sopravvalutata ai prezzi attuali.

Quanto durerà tutto questo?

Non è la prima volta che la capitalizzazione di mercato di Nvidia sale alle stelle. Durante il rally delle cripto valute del 2021, il prezzo delle sue azioni è schizzato oltre il 100% grazie all'aumento della domanda delle sue GPU. Questi chip specializzati aiutano a estrarre cripto valute e l'aumento della domanda ha portato a una carenza di chip all'epoca. Con la perdita di valore delle cripto valute l'anno successivo, il prezzo delle azioni di Nvidia è crollato di oltre il 46%. In confronto, i progressi dell'intelligenza artificiale potrebbero avere un potere di trasformazione maggiore. Le grandi aziende tecnologiche si stanno affrettando a collaborare con Nvidia, potenzialmente in grado di rimodellare tutto, dalla ricerca alla pubblicità.

Mi ricorda un po’ la vecchia storia della corsa all’oro che avvenne sempre da quelle parti: quella originaria, scattata nel 1848 quando sulla Sierra Nevada vicino a Sacramento (capitale della California) furono scoperte pepite d’oro. Non esistevano i social eppure la voce si sparse molto rapidamente nel mondo intero, e affluirono cercatori d’oro da quattro continenti. Sbarcavano al porto di San Francisco, il più vicino ai ritrovamenti auriferi. Fu così che San Francisco diventò una vera città, da quel villaggio di pescatori che era. Alla fine di oro non ce n’era tantissimo. Non furono molti ad arricchirsi con il metallo giallo. In compenso nacquero delle fortune economiche basate sulla fornitura di tutto ciò che serviva ai cercatori d’oro: dai badili ai jeans (fu così che ebbe inizio il successo della marca Levi’s di San Francisco).



I titoli azionari più performanti dell'S&P500 negli ultimi 30 anni : c’è Nvidia


Ecco, in un certo senso Nvidia fabbrica i «badili» per scavare nel letto del fiume Sacramento in cerca di pepite d’oro. Dietro i chatbot, le macchine scriventi e dialoganti che stanno affascinando (o spaventando) il mondo intero, ci sono dei micro-chip molto sofisticati e potentissimi. Nvidia cominciò a progettarli per tutt’altro mercato: i videogiochi. Fu quello l’inizio della sua fortuna, perché i semiconduttori Nvidia garantiscono una qualità delle immagini eccezionale. Da lì seguì una diversificazione sulle criptovalute, altro business che ha fatto largo uso dei prodotti Nvidia. Nel caso delle cripto valute il mio paragone con la febbre dell’oro è tanto più pertinente, visto che si parla di «estrazione mineraria» delle cripto valute, in senso figurato (in realtà è un’attività tutta affidata al mondo dei computer).

All’epoca del boom delle cripto valute, Nvidia ebbe la sua prima fiammata in Borsa arrivando a superare la capitalizzazione di Intel, le regina storica dei semiconduttori americani. Infine qualcuno si accorse che i micro-chip Nvidia erano l’ideale per la potenza di calcolo richiesta dai chatbot come ChatGPT, insomma tutte le operazioni di intelligenza artificiale. L’attuale infatuazione di massa per l’intelligenza artificiale sta producendo quello che il chief executive di Nvidia ha definito «un momento iPhone»: il paragone con l’impatto rivoluzionario che ebbe nel 2007 l’arrivo sul mercato di massa del primo smartphone concepito da Apple. Il chief executive di Nvidia si chiama Jensen Huang, è di origine taiwanese. Insieme ad altri soci fondò Nvidia nel 1993.

Nvidia, TSMC, Taiwan: riavvolgiamo il nastro

Nell’episodio numero 24 di Macro Talk dell’8 Agosto del 2022 ho parlato in maniera approfondita di come Taiwan, i semi-conduttori e la TSMC siano così importanti e il centro di interesse delle super potenze mondiali. Ecco un estratto:

“Il settore elettronico di Taiwan attira la maggior parte di questi investimenti stranieri. In effetti, l'importanza di Taiwan per l'industria globale dei semiconduttori non può essere sottovalutata. Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) è il più grande produttore di chip a contratto del mondo e la società quotata in borsa più preziosa dell'Asia, con 600 miliardi di dollari. Gran parte della catena di fornitura globale di semiconduttori dipende da Taiwan. Un esame più attento dei progetti di investimento estero greenfield a Taiwan mostra che il settore dell'elettronica ha attirato la maggior parte degli investimenti nel 2019 e nel 2020.”



La compagnia TSMC Taiwanese è leader di mercato nella produzione e commercializzazione mondiale di semiconduttori | TrendForce


“Mentre alcuni hanno visto nell'invasione russa dell'Ucraina un potenziale catalizzatore per un conflitto Cina-Taiwan, altri hanno sottolineato che la Cina osserverà le sanzioni e le condanne internazionali che si abbatteranno sulla Russia e si chiederà se essere indulgenti o meno, in un'economia globale così fortemente interdipendente valga la pena di rischiare lo status quo. Inoltre, le economie di Cina e Taiwan sono inestricabilmente legate. La Cina è il principale partner di Taiwan per le esportazioni, con un valore di 515 miliardi di dollari da gennaio 2017 a gennaio 2022, più del doppio degli Stati Uniti, che erano il partner successivo.”

“Le esportazioni taiwanesi attraverso lo stretto verso la Cina continentale hanno raggiunto il massimo storico nel 2021, ma forse ancora più importante è il fatto che la piccola nazione insulare ha messo sotto scacco la Cina per quanto riguarda i semiconduttori. Nel 2020, la Cina ha speso più per l'importazione di chip che per il petrolio (molti ritengono che la Cina stia accumulando chip e rame). Inoltre, la Cina non diventerà autosufficiente nel settore dei semiconduttori per almeno un altro decennio, nonostante l'enorme impegno finanziario di Pechino nello sforzo per i semiconduttori.”

“Un'eventuale invasione cinese di Taiwan nei prossimi cinque anni rischierebbe di danneggiare o distruggere gran parte delle infrastrutture tecnologiche su cui la Cina fa affidamento per rifornire le sue industrie elettroniche e manifatturiere di componenti chiave. Le conseguenze economiche di un'invasione su larga scala potrebbero includere l'industria dei semiconduttori di Taiwan come bottino di guerra ma, allo stesso modo, i taiwanesi potrebbero essere pronti, disposti e in grado di sabotare seriamente o addirittura distruggere gli stessi impianti di semiconduttori, in particolare la rete di fabbriche avanzate di TSMC, per privare i cinesi di parte di quel bottino. Taiwan è una miniera d’oro e vitale per primeggiare tra le economie mondiali.”



Il principale partner commerciale di Taiwan è la Cina | TBFT


Da analisi approfondite scopro che Nvidia non ha fabbriche, i suoi micro-chip li fa produrre materialmente da altri. Fin dalle sue origini ha adottato questo modello aziendale: progetta quel tipo di micro-chip avanzatissimi che vengono chiamati «processori grafici» e per la loro fabbricazione si affida a terzi, tra cui il numero uno mondiale che è la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company. La società venne quotata in Borsa per la prima volta nel 1999 e Huang oltre al ruolo di amministratore delegato è azionista con il 3,6% del capitale. Adesso è tutto un pò più chiaro su quale sia il prossimo polo di attrazione, ovvero Taiwan. E’ da oltre un anno che parlo di questa situazione davvero incandescente e adesso è molto più evidente perchè gli interessi si concentrano in quella piccola parte di mondo. Lì risiede il Sagro Graal delle industrie del futuro. E no, non è tutta Nvidia…è sete di potere!

Post popolari in questo blog

MT51: Le domande senza risposta

MT74:Real Estate e dintorni

MT92: E adesso?