MT:55: Falco a metà

 


I mercati finanziari e l’economia non sono mai state così in disaccordo come in questo momento storico. I rialzi dei tassi d’interesse e lo spaventoso aumento dei rendimenti obbligazionari (2 anni su 5 e 10 anni) segnalano che qualcosa non va, visto che dal 2008 ad oggi la correlazione ha quasi sempre funzionato. Non a caso ho detto “quasi sempre”. Nel mezzo c’è stata la pandemia del 2020 che ha cambiato le carte in tavola a causa degli stravolgimenti che i giocatori (banche centrali, governi) hanno messo in atto: cambiare le regole del gioco in corso non è mai una cosa buona. Ecco quindi spiegato uno dei più grandi misteri che trader e investitori sono costretti ad osservare in queste settimane/mesi. Ma da dove è partito tutto questo? Dove risiede la causa e da dove sta ripartendo adesso? Una sola parola e 4 lettere: Cina. Approfondiamo.



Il modesto obiettivo di crescita del PIL cinese riduce la necessità di maggiori stimoli | Bloomberg


Lo slancio della riapertura cinese che più volte ho affrontato all’interno di Macro Talk parte da un presupposto e un andamento chiaro: boom economico post-lockdown, prese di profitto e nuovo impulso al rialzo per il PIL. Sebbene la Cina sia un paese dove tutto può succedere, è ancora vero che le tendenze fiscali e monetarie rimangono molto favorevoli e lo continueranno ad essere per tutto il 2023 (ricorda: siamo nel quadrante 1, boom economico). Il ciclo manifatturiero è abbastanza forte per trascinare anche l’Europa al rialzo, dopo il rafforzamento dell’asse tedesco; la riapertura sta generando un rimbalzo dell’economia e anche il settore creditizio e quello dei servizi è in ripresa dopo un 2022 critico. Insomma, le condizioni economiche e gli indicatori sono tutti in miglioramento, compreso il tanto discusso real estate cinese. Negli ultimi giorni stanno venendo fuori una serie di fantomatici screenshot di conversazioni con big-player del real estate che preannunciano un disastro all’orizzonte. Sebbene gli scricchiolii esistano per davvero, è dai tempi di Lehman Brothers e dai tweet di Michael J. Burry che vengono alimentate illazioni su queste oscure vicende: il governo cinese gestisce queste formalità come pare e piace a loro, essendo un regime (comunista per giunta) possono entrare ed uscire dal privato infrangendo qualsiasi regola scritta o non, per sedare qualsiasi tipo di falla all’interno del sistema. Per dirla chiaramente, il mercato immobiliare cinese o qualsiasi altro non mi fa paura.



Gestore di portafoglio presso uno dei più grandi hedge fund del mondo, ed è specializzato nel settore immobiliare | Fonte sconosciuta su Twitter


IL PUNTO DALLA CINA — La Cina ha fissato un modesto obiettivo di crescita economica di circa il 5% per l'anno in corso, con i massimi dirigenti del Paese che hanno evitato qualsiasi stimolo di ampia portata per stimolare la ripresa già in atto, trainata dai consumi, suggerendo una minore spinta alla crescita di un'economia mondiale in difficoltà. Gli economisti si aspettavano un obiettivo più ambizioso, superiore al 5%, in seguito alla ripresa dei consumi e della produzione industriale dopo la fine delle restrizioni per il coronavirus. Il presidente Xi Jinping ha riorganizzato la burocrazia cinese nell'ambito di una vasta iniziativa volta a rendere l'economia più autosufficiente e resistente, a fronte degli sforzi degli Stati Uniti per impedire a Pechino di ottenere tecnologie avanzate. Il piano, reso noto martedì, ha rafforzato la supervisione del sistema finanziario da 60.000 miliardi di dollari, ha creato una nuova agenzia per la gestione dei dati e ha ristrutturato il Ministero della Scienza e della Tecnologia. L'obiettivo è quello di "allocare meglio le risorse per superare le sfide nelle tecnologie chiave e di base e procedere più rapidamente verso una maggiore autosufficienza nella scienza e nella tecnologia", ha dichiarato.




Terzo storico mandato per Xi Jinping. Hanno votato a favore 2.952 delegati, nessuna obiezione, nessun astenuto | Olivia Siong


Ciò si riflette nel costo degli asset e nella sostenibilità nel lungo periodo. Rispetto alle big-tech americane, i mercati secondari, in via di sviluppo (o chiamateli come volete) sono ancora a forte sconto rispetto al rapporto price-earning oltre oceano. Se vogliamo dirla tutta, quelli europei lo sono ancora di più, sempre considerando tale metrica, ma in realtà dipendono direttamente alla old economy del dragone: se sale una salirà anche l’altra. Pertanto, la Cina rappresenta un ottimo candidato per un rendimento a doppia cifra in ottica di diversificazione di portafoglio, sbilanciata sul lato azionario; mentre il mercato statunitense appare estremamente costoso dal punto di vista dei premi di copertura per il rischio, sembrà altresì conveniente cercare opportunità potenziale di rimbalzo cinese nel 2023. Altro che FAANG.

Il piatto è quasi vuoto ma gli investitori sono ancora affamati

Da alcuni mesi a questa parte abbiamo avuto tutte le possibilità e le giustificazioni macro per crollare nel 2023. Tra le altre:

  • i mercati hanno scontato altri 75 punti base che non erano in programma quando è iniziato l’impulso rialzista;
  • le possibilità di un rialzo di 50 punti base è adesso molto probabile nella prossima riunione della Federal Reserve;
  • l'inflazione core rilevata è stata al di sopra delle aspettative, con l'inflazione PCE in aumento per la prima volta dall'autunno 2022;
  • il mercato del lavoro è ancora troppo caldo e in fermento;
  • il tasso di disoccupazione è al livello più basso degli ultimi 50 anni;
  • la curva dei rendimenti obbligazionari americana al 2% ha raggiunto soglie irreali (5%) invertendo quella a 5 e 10 anni, segnale potentissimo che giustifica un’inevitabile recessione;
  • il fallimento di SVB.




Rendimenti dei principali ETF mondiali che replicano l’andamento degli indici | Charlie Bilello


L’anno scorso è stato un anno tutto tendente al rosso, eppure eccoci qua con un Europa con rendimenti a doppia cifra e un S&P500 che si mantiene nell’area chiave dei 3,900 punti, nonostante i sei punti sopra citati.

POWELL, FALCO A META’ — La testimonianza semestrale del presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha certamente assunto un tono più falco rispetto ai suoi ultimi importanti commenti di Febbraio ma non troppo. Allora aveva parlato di disinflazione, ma ora riconosce che "le pressioni inflazionistiche sono più elevate di quanto previsto all'epoca del precedente FOMC". Inoltre, i dati economici più recenti, "più forti del previsto", "suggeriscono che il livello finale dei tassi di interesse sarà probabilmente più alto di quanto previsto in precedenza". A Dicembre la proiezione mediana dei funzionari della Fed era di un obiettivo dei Fed funds al 5,1%, ma il messaggio di Powell sui tassi più alti e più a lungo significa che i mercati stanno valutando dei Fed funds al 5,4% per la fine dell'anno. Da qui in poi si prospettano rialzi di 100 punti base, anche se in questa fase questo indicatore previsionale che pesa le aspettative dei traders è meno calibrato e fin troppo sensibile agli umori della massa.




L’offerta di moneta è ufficialmente in contrazione: questo è successo solo 4 volte negli ultimi 150 anni | Re:venture Consulting


Gli investitori sono ormai assuefatti a questo scenario e convinti che le economie mondiali potranno sopportare tutto questo. “This time is different” è l’urlo che la massa lancia al rilascio di qualsiasi dato: nessuno ha più voglia di aspettare, si sono stufati e comprano qualsiasi cosa a qualsiasi livello. A questa narrativa, rispondo dicendo che questo periodo è molto simile a quello degli anni 2000 dove la new economy arrivava sui mercati azionari e rivoluzionò e riconvertì intere settori industriali. Come quelli del Klondike che diedero inizio alla caccia all’oro, anche gli investitori del nuovo millennio facevano grandi affari. Nel giro di qualche anno incassarono ritorni del 200, 300, 500%: basti pensare a titoli come Tiscali, delle vere stelle. Come tutte le stelle però che non trovano la loro orbita vitale, ecco che queste aziende si trasformano in poco tempo da stelle in comete. Tutto il mercato tecnologico crollò e si sgonfiò in pochi mesi, mettendo in ginocchio gli investitori avidi e ignari di come avessero potuto generare così tanto denaro e perderne altrettanto (con gli interessi e la bancarotta) in così poco tempo.



Crescita/diminuzione dei principali asset nel 2022 | Bloomberg


E qui nasce il problema che penso non porterà nulla di buono nel prossimo futuro (fine trimestre, inizio secondo) mi pare estremamente difficile pensare che al momento ci troviamo ad un inizio ciclo, con le banche centrali globali che hanno alzato simultaneamente i tassi in meno di un anno, un livello di inversione delle principali curve dei tassi ai massimi da decenni, il mercato del lavoro tirato: questi sono fenomeni da ciclo maturo, nella migliore delle ipotesi di un fine ciclo.


Calendario economico della settimana

A partire dalla seconda domenica di Marzo, ovvero da questa settimana, entra in vigore l’ora legale negli Stati Uniti. Pertanto fino al 26 Marzo in Europa ci sarà questo sfasamento di un’ora con l’uscita dei principali dati macro e dell’apertura e chiusura di Wall Street.



Venendo ai dati, inizieremo da questa ottava a dare il via alle conferenze delle banche centrali. Inizierà la BCE Giovedì, anticipata Martedì 14 dal dato sull’inflazione americana e il Production Price Index del giorno successivo, ovvero l’IPP, dato particolarmente attenzionato dalla Federal Reserve. La settimana verrà chiusa dall’IPC europeo, meno volatile e meno atteso come dato ma comunque un barometro importante per le economie nell’Eurozona. Dopo la vicenda della banca nella Silicon Valley (di cui parleremo in maniera approfondita nel prossimo episodio) la carne al fuoco è tanta e i rischi iniziano ad essere prezzati. Quando il mercato si accorge del rischio e la price action si avvita su se stessa, è quello il momento dove il rischio è meno difficile da affrontare. La consapevolezza dello scenario circostante e la presa dei coscienza dei mercati potrà fare solo che bene alle rivalutazioni dei titoli nel lungo periodo. E’ un discorso complesso e anti-logico ma è proprio così che funzionano i mercati finanziari…al prossimo articolo!


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