MT49: Quando tutto sembra facile

 


“Il conto deposito che fa crescere i tuoi risparmi, senza rischi e a zero spese! E fino al 31 Marzo ti offre il 3% per i primi 3 mesi! Senza fare un tasso!” — Ing Bank





Elio durante lo spot televisivo | Ing


Nelle ultime settimane sulle principali rete televisive italiane, sono comparse tante pubblicità che offrono rendimenti “fuori dal comune”. Negli ultimi anni siamo stati abituati al tasso zero o comunque a opportunità che non riflettevano il rischio corso: bloccare una somma di denaro presso una qualsiasi banca non era quasi mai conveniente. Oggi la musica è cambiata. Ing ha dato inizio alle danze con uno spot pubblicitario molto aggressivo che è entrato subito nella mente delle persone. Ma da dove nasce (o rinasce) il rendimento? Pubblicità ingannevole o reale opportunità? Approfondiamo.


L’emissione del bond Eni

Oltre Ing, anche la società Eni è tornata alla ribalta con l’emissione di un obbligazione societaria, privilegio riservato solo a poche grandi aziende fiori all’occhiello Made In Italy. Partiamo innanzitutto dal comunicato dell’azienda che ha ringraziato tutti gli aderenti, comunicato i dati successivi all’emissione. L’enfasi è aggiunta nei virgolettati:

Grande successo per le prime obbligazioni Eni legate alla sostenibilità e destinate al pubblico in Italia: valore complessivo pari a 2 miliardi di Euro


Ricevuti ordini da oltre 300 mila investitori per oltre 10 miliardi di euro, a fronte di 1 miliardo di euro inizialmente offerto, poi incrementato a 2 miliardi di euro per venire incontro all’elevato numero di richieste

La forte domanda ha permesso di chiudere anticipatamente l’offerta in soli 5 giorni (termine minimo previsto nel Prospetto Informativo). Già dopo il primo giorno l’offerta risultava essere integralmente soddisfatta con oltre 2 miliardi di euro di adesioni raccolte

Tasso di interesse nominale annuo lordo fissato al 4,30%


Eni S.p.A. annuncia che è stato fissato al 4,30% il tasso di interesse nominale annuo lordo delle prime obbligazioni destinate al pubblico in Italia e collegate ai propri obiettivi di sostenibilità. L’offerta delle obbligazioni, che inizialmente doveva concludersi il 3 Febbraio, è stata chiusa anticipatamente il 20 Gennaio grazie all’elevata domanda ricevuta da parte degli investitori italiani.

La domanda complessiva è stata di oltre 10 miliardi di euro con richieste pervenute da oltre 300 mila investitori, registrando il record italiano per una emissione obbligazionaria corporate single tranche destinata al retail. Lo straordinario successo dell’offerta testimonia il forte apprezzamento da parte degli investitori italiani per la solidità di Eni e per il suo impegno nella transizione energetica.





Principali caratteristiche del Bond | Eni SpA


L’Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato: “Il successo di questa operazione è stato straordinario e sorprendente. E’ stato per noi soprattutto un fortissimo riscontro in termini di fiducia da parte del pubblico italiano, ed è questo l’aspetto che ci dà maggiore soddisfazione e che ci rafforza. Tantissimi italiani hanno creduto in quello che stiamo facendo, sia in termini di progressiva evoluzione verso processi industriali e prodotti de-carbonizzati, sia di garanzia della sicurezza energetica”.

L’emissione si è caratterizzata come un’operazione di sistema in grado di rendere partecipi gli investitori ai risultati economico-finanziari di Eni coinvolgendo allo stesso tempo tutti i principali gruppi bancari italiani. L’operazione ha inoltre consentito di rafforzare ulteriormente il posizionamento di Eni sul mercato italiano, contribuendo a confermarla fra le società che promuovono l’innovazione degli strumenti di finanza sostenibile.

L’emissione si qualifica inoltre come la prima del settore in formato sustainability-linked destinata al pubblico retail, consolidando ulteriormente il legame tra la strategia finanziaria e di sostenibilità di Eni. Un’integrazione che la società ha stabilito nel 2021 lanciando il primo Sustainability-Linked Financing Framework a livello mondiale del proprio settore, che ha fatto da riferimento per il collegamento di molteplici strumenti finanziari a obiettivi rilevanti della strategia di decarbonizzazione di Eni.

Le obbligazioni, della durata di 5 anni, saranno emesse alla data del 10 Febbraio 2023 per un ammontare di 2 miliardi di euro ad un prezzo pari al 100% del loro valore nominale. Le Obbligazioni pagheranno una cedola annua lorda del 4,30% che rimarrà invariata sino a scadenza in caso di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità relativi alla capacità installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e al Net Carbon Footprint Upstream, come indicati nel Prospetto Informativo. In caso di mancato raggiungimento di anche uno solo dei due target, il tasso di interesse relativo alla cedola pagabile alla data di scadenza (10 Febbraio 2028) sarà incrementato dello 0,50%, secondo le modalità descritte nel Prospetto Informativo. A partire dalla data di emissione sarà possibile negoziare le Obbligazioni sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT) organizzato e gestito da Borsa Italiana.


Quali sono i punti chiave e come si analizza un investimento

I prodotti offerti, sia quello di Ing con una cedola al 3% fino al 31 Marzo 2023 e il bond Eni che durerà 5 anni, sono dei prodotti essenzialmente molto poveri di rischio. Le due società hanno una presenza radicata sul territorio e Eni in particolare, è un colosso con partecipazioni statali a cui sicuramente c’è da concedere la dovuta fiducia. I rendimenti netti potranno assestarsi in qualche punto percentuale a cui andranno detratte le commissioni e il 26% di tasse derivanti dal capital gain. Questo già mette in chiaro a chi sono diretti questi pack d’investimento: portafogli medio-grandi, liquidità in eccesso non necessaria per la vita di tutti i giorni e zero protezione contro l’inflazione.

Ecco il primo problema di questo genere d’investimento. Dopo che la Banca Centrale Europea ha deciso di invertire la curva dei tassi 'd’interesse al rialzo (dopo anni di draghiana memoria con Quantitative Easing e tassi a zero) ecco che le banche tornano alla ribalta avendo di nuovo via libera per attrarre investimenti. L’italiano medio è molto attento al risparmio, al contrario dell’investitore americano spendaccione e con il flexi-pay (rateizzazione) attivo sulle carte di credito. Le emissioni di nuovi titoli di stato e le iniziative di colossi come Eni scoprono le carte degli investitori al dettaglio: ci sono tante disponibilità liquide “ferme” sui conti correnti pronte ad essere movimentate. Ecco in un periodo in cui l’inflazione record in Europa (9.2%) con l’Italia ancora saldamente prima (11.6%), arrivano prodotti e iniziative interessanti per attrarre la massa psicologica abituata negli anni ai rendimenti zero.




       

Inflazione in Europa al 9.2, in Italia ultima rilevazione 11.6% | Bloomberg


L’inflazione gioca un brutto scherzo ai soldi fermi nei conti correnti, ma aggrava ancoradi più la situazione se investiti in un momento di alta svalutazione del denaro. Fermare 10 miliardi di Euro al 4% lordo in un periodo di inflazione al 9% significa certificare una perdita del 5%.


L’obiezione a questa mia ultima analisi potrebbe essere quella di dire “tenere i soldi fermi è peggio” perchè a quel punto l’inflazione colpirebbe per intero il capitale. In questo caso invece l’investitore al dettaglio si sente protetto “limitando i danni”. Ma in realtà non è così perchè la liquidità è l’unica vera arma da utilizzare nei momenti di alta inflazione, scegliendo dei prodotti o investendo in asset che possano rendere percentuali superiori all’inflazione attuale (9.2%). Bisognerebbe trovare un prodotto finanziario che sia talmente performante da coprire totalmente l’inflazione: ecco che i consulenti finanziari rabbrividirebbero perchè sanno benissimo di non avere tra le mani valide alternative per lo smart investor.


Molto interessante invece è acquisire il bond Eni dopo la sua pubblicazione al MOT a prezzi inferiori all’emissione. In questo caso infatti riusciremo a garantirci un extra rendimento frutto della rivalutazione (ad esempio un acquisto ad 80): qui infatti oltre all’incasso della cedola annuale del 4,30% lordo si potrebbe trarre un ulteriore beneficio che andrebbe a coprire ampiamente l’inflazione, strutturando un trade come avviene già oggi con il BTP. La cultura finanziaria è tutto e bisogna essere pronti e non cadere subito nella tentazione di investire senza sapere. Sono tempi difficili, dove i rischi serpeggiano. Gli stolti vengono abbindolati mentre gli astuti vanno avanti. E’ istinto di sopravvivenza.


L’anno dell’obbligazionario


Il 2023 probabilmente determinerà il lento ritorno a una situazione di normalità per gli investimenti. L'inflazione scenderà, anche se non così velocemente come sembra aspettarsi il mercato. Le economie faranno fatica a crescere, ma dovrebbero essere in grado di evitare una profonda recessione. I mercati azionari riusciranno a restare a galla, ma i fondamentali porteranno a prediligere obbligazioni di alta qualità. Nel frattempo, gli asset dei mercati emergenti, in particolare il debito in valuta locale, sono destinati a brillare a fronte dell'indebolimento del dollaro e della ripresa dell'economia cinese.


Il rallentamento globale è stato, a memoria d'uomo, il più scontato della storia. Le banche centrali hanno reagito all'aumento dell'inflazione di quest'anno tirando il freno dell'accomodamento monetario, con ricadute sulle rispettive economie. Di conseguenza, la crescita reale trimestrale annualizzata del PIL globale è destinata a rimanere al di sotto del suo potenziale almeno fino all'ultimo trimestre del 2023. Come ben sappiamo i mercati sono fatti per sorprenderci e proprio quando la maggior parte degli investitori si aspetta un tracollo e attende prezzi più convenienti per entrare, ecco che quello che si chiama momentum entra in campo: la mano primaria prende in contropiede i clienti al dettaglio e la massa e spinge al rialzo le quotazioni; i piccoli investitori accusano la frustrazione ma vogliono lo stesso partecipare alla festa dopo giorni di estenuante salita; l’avidità e la paura di rimanere fuori (FOMO) entra nella psicologia dell’investitore che si sente costretto ad entrare a prezzi molto più alti di quelli preventivati; la mano primaria ha raggiunto ottime percentuali di profitto e inizia a distribuire, vendendo ad ignari acquirenti che si trovano come spesso capita con il cero in mano nel momento dell’inversione.


Allo stesso tempo, però, è probabile che il rallentamento sarà meno doloroso rispetto ai periodi di recessione del passato. I bilanci delle imprese e dei privati sono in buona salute: entrambi hanno accumulato risparmi in eccesso durante la crisi causata dalla pandemia, in particolare negli Stati Uniti. Ciò ha consentito loro di assorbire parzialmente l'impatto dell'inflazione, mentre, contestualmente, le banche hanno continuato a erogare prestiti. La crescita nominale, fondamentale per la resilienza delle economie, è stata circa del 10%, in gran parte sulla scia di un'inflazione molto elevata. Quindi, a differenza della crisi finanziaria globale del 2008, questa volta non vi sono segni di una incombente crisi del debito in nessuno di questi segmenti economici.


Ritornando al focus sviluppato nella prima parte di questa lettera, sembra chiaro che nei prossimi 12 mesi le obbligazioni siano destinate a offrire rendimenti migliori rispetto alle azioni. Dopo un'ondata di vendite senza precedenti nel 2022, prevediamo rendimenti obbligazionari positivi in media intorno al 3% a livello globale. Crescita stagnante e valutazioni interessanti saranno il principale driver della sovra-performance. Tuttavia, gli investitori dovranno essere in grado di effettuare un'attenta selezione, in quanto prevo ampie divergenze di performance. La parte più promettente del mercato del reddito fisso è probabilmente costituita dalle obbligazioni dei mercati emergenti. Un motivo sono le valutazioni interessanti. Oltre l'80% delle obbligazioni dei mercati emergenti offre rendimenti reali superiori a quelli degli Stati Uniti, con alcuni mercati come l'America Latina che offrono rendimenti reali di oltre il 10%, ben al di sopra della media quinquennale.


Gli investitori dovrebbero aspettare segnali più chiari di svolta economica prima di allocare risorse nella parte più rischiosa del credito societario dei Paesi sviluppati (come ad esempio Eni)


In particolare le obbligazioni societarie richiedono un po' di cautela: gli investitori dovrebbero aspettare segnali più chiari di una svolta economica prima di allocare risorse, soprattutto nei segmenti più rischiosi del mercato (green economy). In un momento in cui la crescita potrebbe stagnare o contrarsi, è probabile che gli utili societari e i margini diminuiscano, compromettendo la capacità delle società di onorare il debito. In questo contesto, le obbligazioni societarie statunitensi di qualità elevata offrono un valore relativo.


Calendario economico della settimana

Settimana davvero di fuoco per i dati macro in uscita. Il focus sarà sulle banche centrali e sulle conseguenti decisioni di Federal Reserve e Banca Centrale Europea relative alla politica monetaria in ottica tassi d’interesse. Molto importante sarà la comunicazione che utilizzeranno Mercoledì 1 Febbraio Jerome Powell e poi il giorno successivo Christine Lagarde.





Completeranno la settimana IPC tedesco Martedì, il dato sull’inflazione Europeo il giorno successivo, l’indice ISM americano e tante, tante, tante parole che faranno da contorno ai mercati finanziari e che porteranno con se tanta volatilità e strascichi. Mi aspetto movimento e delle prese di beneficio.





In conclusione, per rispondere alla domanda iniziale se questi spot pubblicitari siano delle vere opportunità o cerchino di attrarre l’investitore poco attento, la vera risposta è sempre la stessa: dipende. Se non si ha tempo e voglia di capire dove stiamo allocando i nostri soldi (del resto se non si è attento su quelli, dove dovremo esserlo?) in realtà dovremo stare fermi e non fare nulla. Questa è una delle prime regole dell’investitore consapevole: fare solo quello che si conosce. I prodotti che solo a scopo di esempio ho preso in considerazione, e che sono sulla bocca di tutti, avevano il solo fine di evidenziare rischi e opportunità e mettere in chiaro che al mondo d’oggi “nessuno fa niente per senza niente” come diceva l’antico detto. I soldi non cadranno dal cielo e dietro ogni buon investimento esiste un rischio. Il rapporto tra rischio e investimento è il valore nascosto dietro cui si celano le vere opportunità di guadagno. Fate sempre attenzione dove mettete i vostri soldi.


Al prossimo articolo!



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