MT47: Strade pericolose


Le tensioni sono in aumento in tutto il pianeta. Il conflitto globale sarà una delle grandi tendenze che osserveremo nel 2023. E questo è estremamente spiacevole, perché un aumento dei conflitti globali non sarà positivo per nessuno di noi. Considerando quello che abbiamo passato negli ultimi anni, avremmo davvero bisogno di un periodo di pace. Purtroppo, mentre scrivo questo articolo, sembra che una nuova guerra sia inevitabile. Ma dove scoppierà per prima?




I dati dell’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti | Investing


Mentre i mercati festeggiano con nuovi rialzi e performance senza logica (siamo quasi al 10% in appena dieci giorni di contrattazioni), l’inflazione continua a diminuire negli Stati Uniti, tirando la volata paradossalmente all’Europa. Seppur la situazione nel vecchio continente non sia così rosea come la si vuole far apparire da parte dei gestori che stanno comprando a mani basse sacchettate di junk stocks (titoli spazzatura), il segno verde è diffuso indistintamente nei panieri azionari dei principali Paesi, trascinati dal settore bancario.




L’indice EuroStoxx 600 Banks sta sovraperformando l’S&P500 | Bloomberg


Nessuno sa esattamente cosa stia succedendo agli asset di rischio ma certamente questa situazione straordinaria tornerà alla media, con un sano e salutare realismo. La storia non si ripete ma spesso fa rima. La stagione degli utili appena iniziata oltre oceano porterà novità e forti oscillazioni ma sappiamo tutti come gli americanoni col panino sono bravi a creare ad arte delle sottovalutazioni per gettare altro fumo negli occhi degli investitori. Il momento della verità, come in tutte le cose, arriverà e colpirà come al solito gli sprovveduti. “Non fate la fine del pollo”, ha detto la settimana scorsa in un intervista un ex funzionario della Federal Reserve, commentando le performance a doppia cifra dell’azionario. Viviamo in un mondo profondamente interconnesso dove ogni motivo è buono per esacerbare situazioni già al limite. Approfondiamo.


Un pianeta interconnesso tra guerra ed economia

Prendendo spunto da un fantastico articolo di ZeroHedge ho voluto approfondire la tematica della guerra che è strettamente correlata all’economia e di conseguenza ai mercati finanziari. In questo momento nel mondo, oltre alle interminabili guerre Africane tra tribù, ai dissesti sociali nel Sud America, siamo toccati più da vicino dalle guerre che poco più di venti anni fa hanno segnato il nostro paese. Parlo di quella che è l’attuale Serbia.

Sara la Serbia la prossima?

La situazione tra Serbia e Kosovo non era così tesa da quando Bill Clinton era presidente. Nell'ultimo mese si sono verificati diversi incidenti allarmanti. Mentre la guerra provocata della Russia in Ucraina si avvia verso l'anniversario di un anno, un altro punto nevralgico europeo rischia di riaccendere una seconda guerra nel continente. Il Kosovo è stato al centro dell'ultima guerra totale in Europa alla fine degli anni '90 e le tensioni non si sono mai completamente dissipate. Le scorse settimane il presidente serbo Aleksandar Vucic ha messo il suo esercito al "massimo livello di prontezza al combattimento" per proteggere le aree di etnia serba nel nord del Kosovo che, a suo dire, sono minacciate dal Kosovo. Vucic ha dichiarato che l'esercito "prenderà tutte le misure per proteggere il nostro popolo e preservare la Serbia". Le grandi potenze dell'Europa occidentale vogliono disperatamente evitare una seconda guerra nel proprio cortile, ed entrambe le parti sembrano ancora aperte a una soluzione diplomatica.

Sarà la Corea del Nord?

Solo pochi anni fa, le cose andavano molto meglio con la Corea del Nord. Ma ora, con Joe Biden alla Casa Bianca, ogni speranza di una pace duratura è svanita. I nordcoreani sono diventati sempre più aggressivi e nelle scorse settimane hanno inviato un drone quasi fino a Seul. In risposta, l'esercito sudcoreano ha "fatto volare mezzi di sorveglianza" verso la Corea del Nord. Recentemente l'esercito sudcoreano ha sparato colpi di avvertimento, ha fatto decollare jet da combattimento e ha fatto volare mezzi di sorveglianza attraverso il confine pesantemente fortificato con la Corea del Nord, dopo che i droni nordcoreani hanno violato il suo spazio aereo per la prima volta in cinque anni, in una nuova escalation di tensioni.

L'esercito sudcoreano ha individuato cinque droni nordcoreani che hanno attraversato il confine, uno dei quali si è spinto fino alla parte settentrionale della capitale sudcoreana, a circa un'ora di distanza, ha dichiarato lo Stato Maggiore della Corea del Sud. Credo che i nordcoreani stessero cercando di sondare le difese della Corea del Sud. La tensione lungo il confine militarizzato è già alta a causa del numero record di missili balistici e di altro tipo lanciati da Pyongyang quest'anno, tra cui un paio lanciati la settimana scorsa verso il Giappone. Personalmente, ritengo che la Corea del Nord non prenderà seriamente in considerazione un'invasione della Corea del Sud finché la Cina non invaderà Taiwan. A pochi giorni dalla fine del 2022, gli analisti hanno rilevato oltre 90 missili lanciati quest'anno. La tensione nella penisola coreana è la più alta degli ultimi decenni, ma non credo che questa sarà la prima grande guerra che scoppierà nel 2023.

Sarà la Cina?

Anni fa, molte persone pensavano che fossi pazzo quando avvertivo che gli Stati Uniti e la Cina sarebbero entrati in guerra. Ne ho parlato in maniera approfondita nel 2022 nella lettera 14 di Macro Talk “Fammi respirare solo un attimo di pace” che trovi qui sotto. E potevo sicuramente capire lo scetticismo, perché i nostri negozi sono pieni di prodotti fabbricati in Cina e i nostri legami con i cinesi continuavano a diventare sempre più stretti. Ma ora la "questione di Taiwan" ha cambiato tutto.




Nelle scorse settimane, i cinesi hanno inviato 71 aerei e sette navi verso Taiwan in una dimostrazione di forza, dopo che il ministro degli esteri ha espresso la sua rabbia per le disposizioni relative a Taiwan contenute in un disegno di legge annuale sulla spesa per la difesa degli Stati Uniti recentemente approvato. Negli ultimi anni la Cina ha intensificato le vessazioni militari nei confronti della Taiwan autogovernata, che rivendica come proprio territorio, e l'Esercito di Liberazione Popolare del Partito Comunista ha inviato aerei o navi verso l'isola quasi ogni giorno. Quando la Cina invaderà Taiwan (la domanda non è se, ma quando), gli Stati Uniti e la Cina si troveranno immediatamente in uno stato di guerra. E quando ciò accadrà, il flusso di merci dalla Cina finirà immediatamente. Siete pronti a questo? Ma non credo che questo scenario si verificherà per il momento. La mia opinione personale è che ci sia un altro grande conflitto che probabilmente scoppierà ancora prima.

Sarà l'Iran?

Per anni, Benjamin Netanyahu ha promesso che non avrebbe mai e poi mai permesso agli iraniani di costruire le proprie armi nucleari. Ebbene, adesso che gli iraniani sono ad un passo dall'arricchimento di uranio per uso militare per Netanyahu è quindi il momento di dire o tacere. O intraprende un'azione militare o convive con un Iran nucleare. Naturalmente, se Israele sferrerà un attacco all'Iran, gli iraniani risponderanno con estrema durezza. Infatti, gli iraniani hanno appena minacciato di radere Tel Aviv "al suolo" se Israele deciderà di attaccare. Una volta iniziata, la guerra sarà incredibilmente distruttiva. Ma non credo che inizierà nel modo in cui la maggior parte delle persone si aspetta". Nel frattempo, credo che le cose in Ucraina stiano per diventare ancora più "interessanti". Lunedì il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha rilasciato una dichiarazione che alcuni media descrivono come un ultimatum: “Le nostre proposte per la smilitarizzazione e la denazificazione dei territori controllati dal regime, l'eliminazione delle minacce alla sicurezza della Russia che provengono da lì, comprese le nostre nuove terre, sono ben note al nemico", ha dichiarato lunedì l'agenzia di stampa statale TASS. Anche altri funzionari russi hanno rilasciato dichiarazioni sconcertanti negli ultimi giorni. Stanno forse cercando di dare un'ultima possibilità alla diplomazia prima di portare questa guerra a un punto di non ritorno? Perché se i russi lanciano un'altra massiccia invasione dell'Ucraina dal nord, non si potrà più tornare indietro. I russi continuano a spostare altri mezzi militari in posizione per una campagna di questo tipo, ma questo non significa che accadrà davvero. Tuttavia, se Vladimir Putin premerà il grilletto, non ci sarà speranza per una soluzione pacifica.




La US Strategic Petroleum Reserve è scesa per la 70a settimana consecutiva al livello più basso dal 1983. Il calo del 37% delle riserve lo scorso anno è stato il più grande mai registrato | Charlie Bilello


Nel caso non l'aveste notato, Russia, Cina, Corea del Nord e Iran hanno intensificato i legami tra loro. Tre di loro dispongono già di armi nucleari e l'Iran sarà presto in grado di costruirne di proprie. Forse dovremmo allontanarci dal baratro prima che i missili inizino a volare. I leader razionali cercherebbero una via d'uscita pacifica da questa situazione. Purtroppo, il comportamento razionale dei nostri leader scarseggia in questo momento. La realtà che nessuno sa quando e perchè ma è chiaro che in un periodo storico dove la corsa agli armamenti è ai massimi storici e la Cina è pronta al conflitto, è molto probabile che possa prendere fuoco in qualche parte del mondo una guerra. Storicamente gli Stati Uniti hanno sempre fatto guerre in nome della democrazia contro il dittatore tiranno. Non trascurando il fatto che nel mondo esistano per davvero dei casi di terrore e panico contro l’inerme popolazione, la verità è che la super-potenza americana si è sempre mossa quando una crisi imminente era in arrivo. Come ad esempio quella del petrolio di queste settimane che sta passando in sordina ed è molto sottovalutata dall’opinione pubblica.


La credibilità delle banche centrali

Mentre ci sono state diverse crisi finanziarie negli ultimi decenni, risolte (temporaneamente) con tassi bassi/QE, si è formata una bolla molto più grande. Quella della credibilità della banca centrale. Un risultato della loro capacità dare un calcio al barattolo, ovvero aggiungere altro debito per mantenere a galla il sistema. Gli onnipotenti banchieri centrali se la sono cavata con la politica del denaro facile finché l'inflazione non si era manifestata nell'economia reale, misurata dall'IPC. Tuttavia, ciò è cambiato dopo la pandemia del 2020 e adesso la loro reputazione è in gioco.

Il coordinamento della politica monetaria e fiscale in risposta al COVID ha portato alla più alta inflazione degli ultimi 40 anni. La Fed ha guidato la carica, inasprendo le condizioni finanziarie quest'anno. Cercando di risolvere il problema che hanno creato con aumenti dei tassi e QT (mica tanto). Wall Street afferma che la Federal Reserve sconfiggerà l’inflazione, che l’atterraggio sarà morbido e che la recessione arriverà ma sarà passeggera. Aggiungerei al quadro anche la risoluzione alla pace nel mondo e alla fame in Africa e per un attimo mi sento di essere Giggino Di Maio mentre aboliva la povertà.




Aspettative del mercato sull’andamento della curva dei tassi | Charlie Bilello


La verità come ha suggerito sul New York Times un ex funzionario della Fed è che “a Wall Street sono sempre troppo ottimisti. Spesso ad esserlo si fa la fine dei polli”. Nessuno sa quale sarà la prossima mossa dei mercati finanziari e quali le conseguenze per l’economia. Quello che è certo è che dopo aver trascurato il problema dell’inflazione prima e della recessione poi, le cose sono cambiate.

Le banche centrali sono come Fed e Bce sono in testa per l’entità degli aumenti dei tassi d’interesse e questo non potrà che far aumentare l’incertezza e la volatilità nel futuro prossimo sui mercati. Auspico un back to reality vero, dove poi provare a costruire rendimenti stabili e duraturi per il prossimo ciclo che sta per partire. Aspettatevi commenti sulla "morte dell'inflazione" ogni volta che verranno pubblicati dati CPI più bassi come quelli di Giovedì scorso.




L’M2 (massa monetaria in circolazione è crollata dopo che la Fed sta cambiando la politica monetaria | Board of Governors Federal Reserve


Una maggiore volatilità richiede una maggiore resilienza degli investimenti. Dato che un'inflazione più elevata tende a tradursi in una crescita reale più bassa, anche la crescita economica può diventare più volatile, creando un maggiore rischio di sopravvivenza per le aziende e le strategie di investimento. Se le "aziende zombie", che non sono in grado di coprire i costi degli interessi con i ricavi, hanno proliferato in presenza di tassi di interesse prossimi allo zero, ci si aspetta che in futuro si verifichi il contrario. Sebbene vi siano esempi di somiglianze con le epoche passate, ogni tendenza secolare ha le sue caratteristiche distintive. I prossimi anni non saranno diversi. Ma questo cambiamento di regime, dai tassi zero risk free all'aumento dei costi del capitale, creerà rischi e opportunità uniche. Ma prima di cogliere nuove opportunità, sarà indispensabile esaminare da vicino la tenuta dei portafogli di investimento in un mondo molto diverso.


Calendario economico della settimana

Settimana interessante e molto fitta dal punto di vista dei dati ma che a mio parere non sarà IL market mover di questa ottava. Infatti è iniziata la stagione degli utili negli Stati Uniti: i principali colossi americani rilasceranno i dati dell’ultimo trimestre del 2022 e cosa più importante, con la consueta lettera agli azionisti, comunicheranno le prospettive del 2023.




Nel frattempo oggi è il Martin Luther King day in America e le contrattazioni subiranno un rallentamento con Wall Street chiusa e a mezzo servizio (i futures continueranno a scambiare). Martedì 17 Gennaio sarà la volta dell’IPC in Germania e della rilevazione dello ZEW, sentiment dell’economia teutonica.




Mercoledì inizieranno le vere danze con il rilascio dell’IPC dell’Eurozona, atteso anch’esso al ribasso al 9.2%. Probabile che questo dato venga ancora una volta ignorato dalle principali piazze azionarie che ormai guardano con attenzione soltanto a quello che accade oltre oceano. Questa settimana inizierà anche il meeting economico di Davos, dove vedrà anche la partecipazione di Lagarde che già da Giovedì parlerà alla stampa che cercherà di carpire e stuzzicare la presidente sui prossimi passi della Banca Centrale Europea. Un ritorno alla realtà paradossalmente sarebbe davvero salutare per i mercati: le bolle economiche sono strade pericolose.

Al prossimo articolo!

 

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