MT45: Cosa succederà nel 2023?

 


“Buone feste a tutti voi. Alla vigilia di Capodanno, tutti fanno previsioni, molti escogitano ipotesi futuristiche, come se facessero a gara per individuare le più folli, e anche le più assurde. Ecco il nostro umile contributo. Cosa può succedere nel 2023.”




  • Il prezzo del petrolio salirà a 150 dollari al barile e il prezzo del gas supererà i 5.000 dollari per 1.000 metri cubi;
  • Il Regno Unito rientrerà nell'Unione Europea;
  • L'Unione Europea crollerà dopo il ritorno del Regno Unito e l'euro cesserà di essere utilizzato come valuta;
  • La Polonia e l'Ungheria occuperanno le regioni occidentali dell'ex Ucraina;
  • Verrà creato il Quarto Reich, che comprende il territorio della Germania e dei suoi satelliti, cioè Polonia, Stati baltici, Cechia, Slovacchia, Repubblica di Kiev e altri emarginati;
  • Scoppierà la guerra tra la Francia e il Quarto Reich. L'Europa sarà divisa, la Polonia ripartita nel processo;
  • L'Irlanda del Nord si separerà dal Regno Unito e si unirà alla Repubblica d'Irlanda;
  • La guerra civile scoppierà negli Stati Uniti, in California. e il Texas diventa di conseguenza stati indipendenti. Il Texas e il Messico formeranno uno stato alleato. Elon Musk vincerà le elezioni presidenziali in alcuni stati che, dopo la fine della nuova guerra civile, saranno dati al GOP;
  • Tutti i maggiori mercati azionari e attività finanziarie lasceranno gli Stati Uniti e l'Europa e si sposteranno in Asia;
  • Il sistema di gestione monetaria di Bretton Woods crollerà, portando al crollo del FMI e della Banca mondiale. Euro e Dollaro smetteranno di circolare come valute di riserva globali. Verranno invece utilizzate attivamente le valute fiat digitali.


Non è farina del mio sacco bensì di Dmitry Medvedev, ex presidente della Federazione Russa. Dando per assurdo la quasi totalità delle previsioni esposte, nasce in ogni caso un momento di riflessione su quello che sta succedendo adesso all’interno del conflitto nel cuore dell’Europa. I punti di vista sono molto lontani da quello che ci viene raccontato dal mean-stream dell’informazione: se quella che viene da nord è propaganda, quella che arriva dai lati non è da meno. La distorsione della realtà è ancora più evidente quando si immagina un futuro una senza visione comune. Staremo a vedere ma non filtrano buone sensazioni, soprattutto se in concomitanza alla guerra fredda e lo stallo dei negoziati aggiungiamo lo spettro di una recessione imminente: è il peggio che si possa auspicare per questo 2023.

Il market mover del 2023

Alcune settimane fa l'Unione Europea ha concordato un limite di prezzo per il gas naturale. Scelta scellerata o manipolazione necessaria? Il canovaccio che va avanti da questa estate era quello di evitare la speculazione da parte dei colossi dell’energia, lasciando fluttuare liberamente il valore TTF sul mercato della borsa olandese. Nei modelli economici, per validare scientificamente uno studio, viene svolto un back-test (a ritroso) per capire come le nuove decisioni potranno impattare in futuro. Se ad esempio questo limite di prezzo fosse stato in vigore quest'estate, l'Europa avrebbe probabilmente dovuto affrontare una carenza.



Definizione, etimologia dell’inglesismo “price-cap” | Governo Italiano


Come ho raccontato durante tutto l’anno, “l’energia è vita”: senza non esisterebbe il mondo per come lo conosciamo. Tutte le regolamentazioni che esistono nella distribuzione varrebbero zero in un contesto di scarsità. Interi settori economici non esisterebbero senza l’approvvigionamento “certo” di materie prime vitali alla produzione. Per il momento, stiamo scambiando al di sotto dei prezzi massimi, ma se questi dovessero salire ai livelli visti nell'estate del 2022, l'Europa sarà probabilmente superata da altri partecipanti al mercato e potrebbe trovarsi in una situazione di scarsità. Incuranti di questo, i membri dell'Unione Europea hanno concordato un tetto al prezzo del gas naturale, il cosiddetto price-capsi tratta di un tetto più aggressivo di quello inizialmente discusso, il che rende interessante l'analisi delle potenziali ramificazioni, qualora i prezzi dovessero salire nuovamente nel 2023. Di seguito i dettagli:

- Il prezzo del contratto del gas naturale TTF (il benchmark europeo/olandese) sarà limitato se il prezzo supera i 180 euro per MWh durante una settimana di negoziazione;

- Per garantire che l'Europa segua l'andamento dei prezzi a livello internazionale, il tetto sarà applicato solo se il prezzo del TTF sarà superiore di almeno 35 euro per MWh rispetto ai benchmark del GNL;

Il nuovo massimale di prezzo verrà applicato a partire dal 15 Febbraio 2023 e il risultato è che il massimale di prezzo limita sostanzialmente la capacità dell'Europa di pagare quanto necessario per garantire forniture di gas tempestive e adeguate nel 2023. Una volta attivato, il tetto resterà attivo per 20 giorni e riguarderà tutti gli hub dove vengono scambiati i contratti sul gas. Sarà l'Acer (Agency for the Cooperation of Energy Regulators) a verificare gli avvenimenti necessari a far scattare il meccanismo di correzione del mercato.

La storia non si ripete ma spesso fa rima

Come ho già anticipato prima, questa estate per 40 giorni consecutivi abbiamo avuto il prezzo del gas molto più in alto dei 180 euro per MWh imposto dal tetto, proprio quando l'Europa aveva più bisogno di riempire gli stoccaggi. Il periodo critico c’è stato tra Agosto e Settembre, durante la corsa al riempimento degli stoccaggi in vista della stagione del riscaldamento. Lo spread massimo di 35 euro per MWh consentito rispetto ai benchmark del Gas Naturale Liquefatto (GNL) sarebbe ipoteticamente, scattato e ciò avrebbe reso molto difficile per l'Europa fare offerte sul GNL nella misura necessaria ad attrarre flussi durante l'estate. Il divario tra i prezzi del TTF e del GNL è stato superiore ai benchmark per gran parte dell'anno e, se fosse scattato il price-cap, non è certo che l'Europa avrebbe attirato flussi così consistenti dal mercato spot del GNL come quelli registrati nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre.



Gli agricoli ed energetici hanno guidato la performance nel 2022 | StockTwits


L'impossibilità di riempire gli stoccaggi europei di GNL è uno scenario potenzialmente molto pericoloso, in quanto il GNL è oggi la principale fonte di gas naturale in Europa. Anche perché rappresenta oltre il 40% dei flussi giornalieri. Un tetto massimo di prezzo che scatta a causa degli alti prezzi del TTF rispetto agli spread del GNL limiterebbe quindi la capacità dell'Europa di attrarre flussi quando sono più necessari.

Cartolina dalla Germania — Nonostante l'inverno 2022/2023 sembri in qualche modo sicuro, dobbiamo ancora osservare con cautela i flussi in entrata e in uscita, poiché stiamo per superare le soglie di soffe- renza dei flussi in uscita dagli stoccaggi tedeschi, se dovessero persistere nei prossimi 3-4 mesi. Se il deflusso netto medio supera i 2,25 TWh al giorno, dovremmo razionare il gas verso la fine della stagione di riscaldamento. Si tratta ancora di uno scenario estremo, ma non si può ancora escludere.

Se questa politica fosse stata in vigore quest'estate, sono quasi certo che l'Europa avrebbe già avuto problemi di scarsità. Speriamo che si tratti principalmente di un segnale di virtù politica e che i politici rinuncino all'accordo non appena sarà potenzialmente necessario. Altrimenti, nel 2023 potremmo trovarci di fronte a un vero e proprio disastro del gas. Perchè? Semplicemente perché i fornitori di gas spediranno il loro gas altrove. L'Europa dipende completamente dall'importazione di gas liquido dopo l'interruzione dei gasdotti russi e il fatto è che il gas liquido può essere facilmente trasportato in Asia, dove ci sono molti acquirenti senza fastidiosi limiti di prezzo. Prevediamo quindi che il tetto ai prezzi potrebbe portare a una carenza di gas in Europa il prossimo inverno, a meno che l'Europa non trovi magicamente un'altra fonte di importazione di gas.

Perché l'Unione Europea ha fatto questo?

L'idea di introdurre un tetto al prezzo del gas è stata ventilata per mesi nel sud dell'Europa, soprattutto qui in Italia e in Polonia. I consumatori italiani e polacchi sono stati duramente colpiti dall'aumento dei prezzi dell'energia e i loro governi si sono così attivati in modalità “protezione”. Il tetto ai prezzi è visto come una misura di ripiego per porre fine alla manipolazione del mercato da parte della Russia e di Gazprom, come da spesso sottolinea il primo ministro polacco Morawiecki, incalzato dalla Premier Meloni.



L’Italia è uno dei Paesi europei che consumano più gas per PIL | Ambrosetti


L'opposizione e la condanna sono state diffuse sia dalla burocrazia europea che dalla buona vecchia "banda dell'austerità" con Olanda, Austria e Danimarca in testa. Questi temevano che un massimale di prezzo rigido avrebbe semplicemente portato i venditori a portare il loro gas altrove e che il massimale di prezzo avrebbe potuto mettere a rischio la stabilità finanziaria e costringere i fornitori di energia europei a cercare accordi rischiosi con i fornitori privati, che non sono inclusi nel massimale di prezzo.

Le due parti si sono opposte fermamente fino a quando la presidenza ceca ha raggiunto un accordo le scorse settimane. Il punto di svolta è stato (ovviamente) la Germania. La Germania si era ferocemente opposta al tetto dei prezzi, ma ha accettato un accordo in cambio di un'accelerazione dei permessi per le energie rinnovabili per accelerare la transizione europea dai combustibili fossili. La transizione energetica è ovviamente la strada giusta nel lungo periodo, ma il lungo periodo non comprende il prossimo inverno. Sono sinceramente preoccupato che l'Unione Europea non riesca ad ottenere il gas naturale di cui ha bisogno e possa rimanere a secco il prossimo inverno.

Quali potrebbero essere le conseguenze geopolitiche?

Innanzitutto, una carenza di gas in Europa metterebbe rapidamente a rischio il sostegno all'Ucraina. In Europa esiste ancora l'idea errata che si possano ripristinare immediatamente le importazioni di gas dalla Russia. Ciò è ovviamente impossibile dopo la distruzione del Nordstream, ma la popolazione europea ha una pazienza molto breve nel sopportare l'aumento dei prezzi dell'energia per aiutare l'Ucraina. È proprio su questo che Putin punta. La sua strategia è quella di continuare la guerra e di cucinarci a fuoco lento e spegnerci lentamente.



Il prezzo massimo del petrolio del G7 lo riconosce, perché mira a ridurre il surplus di cassa della Russia. Sfortunatamente, il limite è arrivato piuttosto tardi, il che significa che la Russia è stata in grado di utilizzare il guadagno inaspettato derivante dagli alti prezzi dell'energia per mantenere la sua economia in funzione e ricostruire le importazioni | Robin Brooks


In secondo luogo, l'Occidente rischia un isolamento più duraturo dai principali attori del sud globale. Abbiamo già visto l'India rifiutare il price-cap del G7 e cercare di costruire le proprie linee di approvvigionamento marittimo di gas naturale e petrolio dalla Russia. Potremmo assistere a un'epoca d'oro per la produzione navale asiatica, poiché il mercato mondiale avrà in qualche modo bisogno di capacità di trasporto ridondanti a causa dei massimali di prezzo e degli embarghi sul gas. Ciò si inserisce direttamente nel piano cinese a lungo termine di orientare l'economia mondiale verso Shanghai come prossimo centro di gravità finanziaria.

Occhi puntati su… Attenzione ai mercati emergenti e alle opportunità sulle compagnie che si occupano di nolo, cantieri navali e commercio internazionale in crescita sulle piazze asiatiche. Potremo essere agli albori di un’epoca d’oro per questi settori.

In conclusione, la risposta indiana è allarmante per l'Occidente, che compete con la Cina per l'influenza sui mercati emergenti. Il club delle nazioni cinesi ora include saldamente la Russia e questo permette a Pechino di offrire sia armi che energia a basso costo ai potenziali partner. Cosa si può desiderare di più come aspirante autocrate africano o asiatico? L'Occidente, d'altra parte, può offrire armi costose e nessuna energia, e per di più continua a fare domande “fastidiose” sui diritti umani. Pechino offre semplicemente un pacchetto completo e molto più redditizio per i Paesi in via di sviluppo del Sud. Se persino un Paese democratico e storicamente anti-cinese come l'India si allontana dall'Occidente a causa dei massimali del prezzo del gas, vale la pena di valutare se questa sia davvero la migliore causa d'azione.

Calendario economico della settimana

Seppur con partenza ridotta per l’assenza prolungata di Wall Street, il newsflow macroeconomico continua a scorrere tra i banchi degli operatori rientranti dalle festività. Martedì 3 Gennaio 2023 sarà subito la volta dell’IPC tedesco, preceduto in nottata dall’indice Caixin cinese. Mercoledì l’ISM manifatturiero negli Stati Uniti e i primi verbali dell’anno per il FOMC animeranno la giornata e saranno il vero opening bell dell’anno.



Giovedì giornata piena di dati molto interessanti tra Regno Unito e USA, ma il giorno dei giorni nella prima settimana dell’anno saranno sicuramente l’Indice dei prezzi al consumo in Europa, atteso al ribasso a 9,7% e le buste paga del settore non agricolo negli Stati Uniti, i famigerati non-farm payrolls. Le banche centrali, dipendenti dai dati dopo l’abbandono della forward guidance, saranno costrette a calibrare fin da subito la bilancia dei tassi d’interesse: i mercati finanziari avranno fame di informazioni.


Al prossimo articolo!

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