MT37: Verso il nulla e oltre


Molti credono che il Metaverso sarà solo virtuale. Un giorno, sebbene questi studenti saranno in un aula virtuale, ciò che impareranno insieme sarà reale”. — Spot pubblicitario di Meta in Italia

Il metaverso, la vastità del nulla

Buzz di Toy Story gridava alzandosi in volo: “verso l’infinito e oltre!”. Bei tempi. Nell’ultimo spot pubblicitario Mark Zuckerberg vuole toccare il cuore e l’animo degli scettici, mostrando a tutti cos’è davvero il metaverso. Questo termine coniato dalla Silicon Valley, sta spopolando in tutto il mondo ed è il momento giusto di affrontarlo, dando una visione reale di quello che effettivamente è.

20 anni di tassi a zero e immissione infinita di liquidità hanno dato vita ad una serie di bolle finanziarie, una di queste è il metaverso. Se il denaro inteso come moneta perde il suo valore intrinseco, inaspettatamente tutto vale di più. I livelli di produttività si abbassano e progetti che sembravano perdenti incredibilmente iniziano ad attrarre nuovi ignari investitori. Le cattive idee prosperano al posto delle aziende solide, le nuove generazioni iniziano a scommettere i loro soldi su castelli di carta e RobinHood dà la possibilità di competere a zero commissioni. Tutto è gratis, tutto è a zero, tutto il valore evapora e il prodotto sei tu. Ricordate bene questa regola: quando qualcosa è offerta gratuitamente vuol dire che tu sei il prodotto. Niente è gratuito in rete, né tantomeno nel metaverso.



Dall’inizio del 2022 il titolo META (Meta Platforms alias Facebook) inizia il suo lento declino dai massimi storici (fonte StockCharts)


Dopo aver incassato miliardi di dollari e acquisito decine di aziende per bloccare la competizione nei social business (pratica a cui l’antitrust americana ha sorvolato per una serie di giochi di poter monopolistici) ecco che Zuckerberg ha lanciato il metaverso. Fortunatamente questo è avvenuto nel peggior momento storico possibile: quando il costo della vita aumenta (inflazione, tassi, mutui) queste idee farlocche crollano come neve al sole. Le aziende faticano a generare flussi di cassa, stretti nella morsa dell’aumento del costo del denaro: quando la marea si ritirerà vedremo quali saranno le aziende che stavano lavorando in braghe di tela, sperando continuamente nell’assuefazione da liquidità. Questo è ciò che si prospetta per i prossimi trimestri (ultimo 2022 e primo 2023). Dai lockdown del 2020 ad oggi abbiamo scoperto chi lavorava di fantasia e chi sperperava denaro. Il lento declino di Facebook era inevitabile e annunciato. Il metaverso è stato l’ultimo tassello di un quadro già penoso per la società; le strette del personale e i miliardi di capitalizzazione bruciati a danno degli azionisti, sono solo l’ultimo respiro di un’azienda zombie destinata a cedere il testimone. Vedremo altri colpi di coda, questo è certo.



Stiamo assistendo alla fine di Meta? Zuckerberg ha scommesso molto sul metaverso, ma l'incarnazione 3D di Internet è ancora una nicchia piuttosto scarsamente popolata e, secondo una previsione di Statista, è probabile che rimanga tale per il momento.


Il metaverso è puro marketing e nessuno sa ancora esattamente cosa sia. Abbiamo tecnologie straordinarie in grado di risolvere problemi delle persone e dispositivi che consentono di creare cose che non esistono. Il metaverso è solo spazzatura. Non ci si può relazionare con le persone solo tramite uno schermo, perché diventano relazioni tossiche. Quando non ci si relaziona fisicamente, si tende a dire cose che in una situazione reale non si direbbero mai. I social network adesso creano conflittualità e discordia, lo stesso accadrà in modo amplificato con il metaverso. Provocherà solo problemi. Le menti andrebbero coinvolte non per fare cose stupide, come Facebook. L’intelligenza delle persone andrebbe applicata per risolvere i problemi reali.

Tutti i grattacapi della Federal Reserve

Mercoledì 2 Novembre la Federal Reserve in maniera unanime ha comunicato l’aumento di 75 punti base del costo del denaro, portandolo nel range 3.75-4.00%. Il comunicato stampa seppur stringato, è sembrato accomodante, tanto che i mercati hanno subito festeggiato. L’attenzione degli operatori si è naturalmente concentrata sulle previsioni, ossia quello che saranno i prossimi passi del consiglio. Jerome Powell nella lettura dello statement e nelle risposte alla stampa è passato da aggressivo a più aggressivo, smontando tutte le velleità di quelli che si attendevano una Fed più accomodante. La frase chiave che ha fatto saltare il banco è stata questa:



“Molto prematuro pensare ad una pausa dell'aumento dei tassi”. Nel determinare il ritmo degli aumenti futuri (tasso), il FOMC terrà conto dell'inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull'attività economica e sull'inflazione e degli sviluppi finanziari. Niente pivot, niente sollievo, non aspettatevi nulla dalla Federal Reserve, non pensate che siamo qui a chiudere gli spread, come la BCE. Qui si fa sul serio, questo è il messaggio di J-Pow.

Come contraddirlo. L’inflazione a livelli record e una recessione in arrivo è il regalo che ci lascia questa classe di economisti ancorati a vecchi paradigmi e guidati da indicatori perennemente in ritardo. Dopotutto la pandemia ha causato enormi traumi a tutti i livelli, costruendo un castello di carta e pompando i titoli azionari più disparati. La favola dei FAANG sembra finita, ma come possiamo non pensare al fatto che tutto quello che c’è intorno aumenti di valore e solo i titoli azionari non debbano farlo? Semplice, perchè era tutto in bolla come si evince da qui:



Tra i tanti grattacapi della Fed, come abbiamo detto l’inflazione è il vero nemico. Powell nel rispondere ad alcune piccanti domande ha fatto intendere senza mezzi termini che ''La gestione del rischio è fondamentale qui: se dovessimo stringere eccessivamente, potremmo utilizzare i nostri strumenti per sostenere l'economia in un secondo momento; ma se non riuscissimo a stringere abbastanza, l'inflazione si rafforzerebbe e questo sarebbe un problema molto più grande''. Tempi duri in arrivo amici: se anche la banca centrale più potente al mondo dice che potrebbero non riuscire a restringere abbastanza, allora chi può pensare di farlo?

La conseguenza si è riflessa sul Nasdaq che nel giro di una seduta e mezza ha perso oltre 6 punti percentuali. Il mercato del lavoro Venerdì ha emesso la sentenza di 261 mila nuove buste paga dei lavoratori non agricoli, dato superiore alle attese ma che ha portato un enorme volatilità sui mercati esasperando i movimenti in corso, visto che la Federal Reserve è “data depending”. Tutto faceva pensare ad un implosione delle quotazioni con il decollo dell’indice della volatilità VIX compresso su livelli estremi, invece la festa è continuata.



Dato Non Farm Payrolls superiore alle aspettative ma inferiore alle ultime due pubblicazioni. (fonte Trading Economics)


Le banche centrali creano l’inflazione e a mio parere per 2 anni non l’hanno combattuta abbastanza definendola “transitoria”. Ma è il gioco delle parti se sai quello che fai e qual’è il punto di arrivo. L’inflazione riduce il debito, l’inflazione è necessaria dopo aver inondato i mercati di liquidità e regalando soldi facili con politiche di gettito continuo (elicopter money). Stiamo assistendo all’inevitabile.

Calendario economico della settimana

La settimana sarà scarna di dati macro ma l’appuntamento delle elezioni americane “mid-term” sarà il vero market mover. Martedì 8 Novembre è il giorno. Giovedì invece avremo il nuovo dato sull’inflazione con l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti: la previsione è al ribasso rispetto al mese precedente. Buone notizie e mercati ancora su? Lo vedremo. Venerdì chiuderemo la settimana con il PIL nel Regno Unito e l’IPC dell’economia tedesca, atteso stabile.



Stiamo giungendo alla fine di quest’anno che è stato davvero incredibile sotto tanti punti di vista sui mercati. Il 2021 mi ha trasformato temporaneamente in un imbecille finanziario: immagino che molti di voi conoscano la sensazione. Rialzi senza senso, rendimenti a doppia cifra e assuefazione da liquidità. Quest’anno sono stato uno dei primi a parlare di inflazione e di conseguenza ho mosso le mie pedine nella direzione del ritorno al valore medio, in concomitanza con un importante scadenza ciclica. I contesti di "contrazione" favoriscono la sovra-performance dei settori farmaceutici, immobiliare, servizi di pubblica utilità, servizi al consumo, alimentari, media e telecomunicazione. La sotto-performance di materie prime, auto, banche, beni di consumo durevoli e trasporti dovrebbe continuare.

Nell’ultimo trimestre dell’anno ho cambiato opinione troppo presto sulle velleità del mercato e sul fatto che i mercati possano rimanere irrazionali per tanto tempo, più della nostra pazienza. Di conseguenza, senza ricadere nello stesso errore, vorrei andarci piano con le previsioni. E’ probabile che i mercati cercheranno di inseguire ancora una volta la narrativa del valore temporale del denaro pari a zero nei prossimi anni, prima che la prossima ondata di inflazione faccia il suo ingresso. L'investitore intelligente lo ignora e si assicura che il portafoglio sia sufficientemente protetto dall'inflazione per il decennio a venire. Tutti spingono di nuovo per riportare velocemente i tassi a zero ma non credo ci sia nulla di intelligente nel farlo: altrimenti avremo bisogno di nuovo di assuefazione e del prossimo Quantitative Easing. Anche no, please.


Al prossimo articolo!

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