MT31: Forza Italia!


Il filo conduttore che ha unito gli ultimi 30 anni della storia politica italiana è la discontinuità. Se si pensa a tutti i governi che si sono susseguiti da Tangentopoli in poi è veramente un disastro senza fine: quasi nessuno è riuscito a portare a termine la legislatura. Che tu sia un elettore di sinistra, destra o addirittura del cosiddetto “terzo polo”, l’auspicio è che questa volta la storia sia diversa. Chi esprime una coalizione maggioritaria dovrebbe avere la forza di portare avanti il suo programma di governo e, soltanto dopo la fine della legislatura, si dovrebbero fare le conclusioni su cosa ha funzionato, quali risultati sono stati raggiunti e se è il caso di rinnovare la fiducia o cambiare. Seppur sempre meno incisivo, e nonostante una dilagante disaffezione alla politica, a volte dimentichiamo che il voto è l’unico strumento in nostro possesso per esprimere nella società il nostro consenso/dissenso. E’ così che funzionano le democrazie.




Dati del voto elettorale in Italia (fonte Governo)


Il primo problema che dovrà affrontare il nuovo governo italiano è l’emergenza energetica che sta colpendo tutta l’Europa. Sappiamo che l’epicentro è la guerra in Ucraina, che amplificata dalle sanzioni, ha restituito indietro il dolore in direzione opposta, come un boomerang. L’inverno alle porte scioglierà gli ultimi dubbi: la possibilità che vengano attuate politiche di razionamento dei consumi è reale. Così come altre misure sul tavolo dei negoziati con l’Europa, come ad esempio il tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento del costo gas/elettricità. La sfida è quasi impossibile ma qualcosa va fatto. Nel frattempo il governo tedesco ha accantonato miliardi di euro per l'acquisto di gas naturale, nel tentativo di evitare una crisi energetica dopo il taglio delle forniture da parte della Russia. Inizialmente erano stati accantonati 1,5 miliardi di euro ma con i fondi quasi esauriti, il governo ha aggiunto altri 2,5 miliardi di euro. Complessivamente, sono state accantonate linee di credito per 15 miliardi di euro per finanziare gli acquisti. L'economia tedesca è stata particolarmente colpita dallo stallo economico con il Cremlino a causa della sua dipendenza dal gas e dal petrolio russo. L'incombente carenza di energia ha scatenato un dibattito all'interno del governo su come garantire le forniture, attenuando al contempo il colpo dell'aumento dei prezzi per i consumatori e le imprese. Italia e Germania sono i paesi che hanno accumulato più gas in assoluto e concluso più accordi con fornitori terzi: nonostante questo, potrebbe non bastare.

Più sangue per le strade, dice la Federal Reserve

Già dal meeting di Jackson Hole dei banchieri centrali si era capito che la Federal Reserve fosse disposta a qualunque cosa (“whatever it takes” di draghiana memoria) per combattere l’inflazione. Jerome Powell, presidente della Fed, nell’ultimo meeting ha rincarato la dose e in uno sproloquio con riferimenti al miglior Draghi del 2012 ha parlato di “agire a qualunque costo per abbassare l’inflazione”. C’è da dire che il CPI (indice dei prezzi al consumo statunitense) aveva fatto presagire che questa riunione di aggiornamento del tasso d’interesse al rialzo (75 punti base) fosse stata da lacrime e sangue.

Ieri la Fed ha deciso un rialzo di 75 punti base e ha ammesso che per un certo periodo la crescita sarà inferiore al trend. Questo dovrebbe essere interpretato come una "recessione", come dicono le banche centrali. Il Dot Plot è stato rivisto al rialzo: i membri del FOMC prevedono che i tassi raggiungeranno il 4,4% quest'anno e il 4,6% l'anno prossimo. Dopo l'annuncio, Goldman Sachs ha alzato le proprie previsioni, prevedendo ora un picco del tasso dei Fed Funds compreso tra il 4,5% e il 4,75%, dal precedente 4% al 4,25%.

A confermare questo non è stato tanto il comunicato e l’aumento già scontato dal mercato, bensì la retorica aggressiva che, contestualmente al restringimento quantitativo (“Quantitative Tightening”) assomiglia a una dose da cavallo prima del palio di Siena; l’effetto del QT a mio parere comparirà più avanti, quando la recessione sarà oltre che tecnica anche nell’economia. Vedendo questo Venerdì nero che ci siamo messi alle spalle direi che gli effetti sono tutti qui.

A quanto pare, le banche centrali del mondo non hanno ancora finito di aumentare i tassi di interesse. La maratona di rialzi di questa settimana ha visto i responsabili delle politiche alzare i costi dei prestiti per un totale di 700 punti base, con alcuni interventi più aggressivi del previsto. Le azioni, e le previsioni e i commenti che le accompagnano, non dovrebbero lasciare dubbi agli investitori sul fatto che l'obiettivo dei banchieri centrali è quello di contenere l'inflazione. Le preoccupazioni per la crescita passano in secondo piano e questo ai mercati fa male.




Le performance dei principali indici azionari e i relativi futures: da inizio anno quasi tutti gli asset

sono in negativo, compresi quelli difensivi (fonte Investing)


Sia la retorica che le azioni delle principali banche centrali stanno dimostrando una maggiore determinazione a combattere l'inflazione, sempre più disposte a sacrificare la crescita per raggiungere questo obiettivo, hanno affermato ieri gli economisti di Citigroup in un rapporto. In un certo senso, la colpa della crisi pre e post pandemia è soltanto la loro, che non hanno capito la durata dell'impennata dell'inflazione dell'anno scorso e non hanno reagito con sufficiente rapidità, come ho avuto modo di commentare negli episodi precedenti. Ora si stanno affrettando a recuperare e il “new normal” è irrigidire la curva dei tassi per indurre una recessione. E adesso ci siamo e potrebbe non essere finita qui.

Focalizziamoci adesso sulla riunione della Federal Reserve per cercarne di comprendere i punti chiave del meeting. Come sempre, il diavolo è nei tre dettagli segnalati da Powell:

  • “Il nostro inasprimento sarà sufficiente per portare l'inflazione al 2%, basterà''. È così che Powell ha chiuso la conferenza stampa: una conclusione degna di uno show;
  • i partecipanti al FOMC si aspettano che i Fed Fund siano compresi tra il 4,50 e il 5,00% entro dicembre 2023. La capacità predittiva del Dot Plot è scarsa, ma il suo effetto di segnalazione qui è chiaro: siamo pronti a mantenere le cose davvero strette per molto tempo;
  • Powell faceva spesso riferimento alla fine degli anni '70: un allentamento prematuro della politica monetaria mentre combatteva l'inflazione può avere conseguenze negative: ''Continueremo fino a quando il lavoro non sarà finito''.

In conclusione direi che il super-dollaro è il vero Re del 2022: gli asset di rischio come gli azionari sembra che saranno ancora sotto pressione per un bel po’, che gli utili verranno declassati e che l’S&P500 è destinato a testare nuovamente i minimi del 2022 in area 3650. Mentre tutto crolla verrebbe da pensare all’oro come asset rifugio, invece siamo qui a segnalare una perdita di performance anche del metallo giallo che arriva alla chiusura di Settembre sotto di quasi il 4% e ben al di sotto dell’area chiave che avevo segnalato alcuni episodi fa




Estratto della lettera “Nuovi orizzonti, vecchie opportunità” (fonte Macro Talk)


Quando accumulare contanti in Dollari Americani paga nominalmente oltre il 4% e possibilmente anche tassi reali positivi, forme di denaro alternative e non fruttifere e tendono a declassare: non positivo per l'oro. L’oro quotato in dollari è meno attrattivo della sua controparte, ecco spiegato il capitombolo. Mia modesta opinione.

Mobilitazione: l’annuncio di Putin

Per non farci mancare nulla, questa settimana è arrivato il tanto atteso messaggio registrato di Putin che ha annunciato una mobilitazione parziale. Ma cosa vuol dire e cosa implica per il popolo russo? Argomentiamo.

Come sempre le parole di Vladimir Putin, per quanto possono essere assurde e non condivise né dal sottoscritto né da tutte le persone di buon senso, lasciano delle tracce interessanti su quelli che potrebbero essere gli scenari nel medio termine. Nel suo discorso alla nazione ha iniziato parlando dei passi necessari per preservare la Russia e il diritto all'autodeterminazione. Ha fatto riferimento alla ricerca ossessiva dell’occidente in "pseudo-valori" che puntano a smantellare la Russia, seguita da una lunga lista di lamentele, il più lampante quello della Nato che è arrivata fino ai confini russi e che ha spinto l’Ucraina alla guerra contro di loro. Arrivato al punto chiave, ossia il rapporto con il presidente Zelensky, ha sottolineato che “Kiev ha rifiutato di negoziare la pace e sta perseguendo armi nucleari”: ecco spiegata anche il termine de-nuclearizzazione che è tornato a riecheggiare nelle parole di Vladimiro. Così come quello dei neonazisti, retorica ormai sempre presente nella propaganda russa. “Kiev ha iniziato a rispondere favorevolmente alle nostre posizioni, anche a Istanbul. Ma l'Occidente non lo voleva e ha costretto l'Ucraina a interrompere i negoziati”, ha rincarato. Il focus della Russia è stato quello di liberare il Donbas e le repubbliche autonome di Luhansk e Donetsk (chiaro riferimento al referendum che stanno sostenendo in questi giorni). "Faremo tutto il possibile per garantire che i referendum si svolgano in sicurezza e li sosterremo”, ha concluso.




Putin alla TV di stato durante il suo intervento Mercoledì 21 Settembre (fonte YouTube)


Poi arriviamo al grande tema, ossia quello della mobilitazione. “Stiamo combattendo non solo i neonazisti, ma l'intero complesso militare occidentale”, ha spiegato; in questo momento soldati professionisti in servizio sotto contratto stanno prestando servizio nelle operazioni militari speciali, così come volontari: c’è bisogno di dare assistenza perchè la prima linea è di oltre 1000 km. Quindi, bisogna fare i seguenti passi necessari, ovvero una mobilitazione seppur parziale. Si applicherà alle riserve e a coloro che avevano precedentemente prestato servizio militare: è iniziata il 21 Settembre. Solo personale esperto, almeno per il momento.

Che cos’è la mobilitazione e perchè per la Russia è un passo decisivo?

La mobilitazione è sempre stata una mossa politica molto rischiosa per Putin. Ma il modo assolutamente incompetente in cui viene condotto, con una comunicazione terribile, criteri contraddittori, rapimento di uomini per le strade, ecc. rischia di erodere il sostegno alla guerra e a lui personalmente. Molti russi che hanno mariti, figli e padri in età di mobilitazione sono completamente pietrificati in questo momento. Dato che questa potrebbe non essere l'ultima mobilitazione che dovranno eseguire, le fortune politiche del regime potrebbero cambiare abbastanza rapidamente. Il brutale apparato di sicurezza autoritario è ancora molto forte e lavorerà sodo per reprimere qualsiasi dissenso, ma ci si può aspettare che le persone diventino più coraggiose di fronte alla prospettiva di perdere la propria vita o quella dei propri cari. L'ultima mobilitazione condotta dal Cremlino risale al 1941... Siamo davvero in acque inesplorate ora e la futura presa del potere di Putin è ora in gioco. Questa non è ancora la fine, ma potrebbe essere l'inizio della fine.

Il discorso poi è si è concluso parlando di aumento della produzione di munizioni e sistemi d'arma, colpire di nuovo l'Occidente, del fatto che Washington, Londra e Bruxelles stanno spingendo l'Ucraina a portare la battaglia in territorio russo e che stanno utilizzando il "ricatto nucleare" (Zaporizhia). “Useremo tutte le nostre risorse per proteggere la Russia e questo non è un bluff“. Mi soffermerei sull’enfasi posta su “tutte le risorse disponibili".

Calendario economico della settimana

La settimana sarà davvero ricca sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto perchè i fattori esogeni come le elezioni politiche in Italia sono un turning-point per i mercati: dopo tante settimane di ribassi prolungati si potrebbe vedere la luce in fondo al tunnel. Inoltre avremo un calendario economico davvero significativo: i banchieri centrali (Fed e Bce) parleranno e tanto nei primi giorni della settimana. Le parole e gli intenti non sono mai banali quando escono da chi ha il potere di indirizzare e a volte manipolare la grande giostra dei mercati finanziari.

Lunedì 26 Settembre inizieremo con il PIL tedesco e l’indice IFO sulla fiducia delle aziende; seguiranno nel pomeriggio le parole di Christine Lagarde presidente della Banca Centrale Europea. Il giorno successivo sarà il turno di Jerome Powell della Federal Reserve a cui seguiranno gli ordinativi dei beni durevoli, il rapporto di fiducia dei consumatori e le vendite di nuove abitazioni (tutti dati USA).




Calendario economico della settimana (fonte Investing)


Mercoledì 28 Settembre ecco che la presidente Lagarde proferirà nuovamente parola, mentre nel pomeriggio sarà la volta dei contratti pendenti di vendita di abitazioni, più il classico appuntamento del mercoledì, ossia le scorte di petrolio. Giovedì sarà la volta del PIL statunitense e le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione.

Venerdì 30 Settembre giornata cruciale sotto tutti i punti di vista. Si concluderà la settimana e il mese e da qui apriremo una nuova pagina che da Ottobre aprirà la stagione autunnale davvero impegnativa per i governi mondiali. Riguardo ai dati in uscita, molto importante quello cinese PMI Caixin, seguiranno il PIL del Regno Unito e l’Indice dei Prezzi al Consumo Europei, dato sull’inflazione attesissimo. Siamo passati dal 9.1% di Agosto al 9.6% atteso per Settembre: il market mover è tutto qui per le banche centrali.

Al prossimo articolo!


 

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