MT26: L'era dei Ponzi

 


Sui mercati finanziari è in arrivo uno tsunami. Non lo dico io ma Goldman Sachs citando la “tempesta perfetta”. Una situazione di flusso da "settimo cielo" per il resto di Agosto. Lo scorso fine settimana abbiamo visto solo una piccola parte di quello che può realmente accadere. Per GS, la Suicide Squad (Federal Reserve e Banca Centrale Europea) è in azione:

  • si prevede un peggioramento della liquidità in vista di Jackson Hole (25-27 Agosto) e del Labor day (che quest'anno è in ritardo, il 5 Settembre);
  • I fondi comuni d'investimento continuano a conservare grandi quantità di liquidità;
  • la prossima discesa potrebbe essere guidata dalla delusione degli utili: la stagionalità delle revisioni degli utili peggiorerà in modo sostanziale nelle prossime 8 settimane;
  • la combinazione di un aumento sostenuto dei costi salariali e di un rallentamento dei prezzi del mercato finale e dei consumatori segnala una forte pressione sui margini, in contrasto con le ottimistiche stime di consenso;
  • in continua caduta la raccolta di capitali da parte delle grandi istituzioni, ormai segnate da questo 2022 che ha portato soltanto delusioni nei portafogli degli investitori privati;
  • l’inflazione in Europa non diminuisce: il dato rilevato da Eurostat continua a confermare la tendenza al rialzo stampando un nuovo record a 8.9%.


FRENA L'INVESTMENT BANKING UE: Il 1° semestre 2022 è stato negativo per quasi tutti gli istituti europei. Male soprattutto le attività legate ai collocamenti azionari e obbligazionari. Commissioni ai livelli più bassi degli ultimi 3 anni, a 56,7 mld (fonte Milano Finanza)


Ad aggravare il quadro fondamentale sono i dati dell’inflazione che continuano a preoccupare in Europa. La Germania, la vera locomotiva in Europa è in sofferenza a causa della grave crisi energetica che sta pesando sul Paese. Gli enormi flussi di elettricità vengono indirizzati verso le centrali nucleari per raffreddarle, questo fa sì che il consumo e lo stoccaggio diminuisce e che i prezzi continuano la loro folle corsa al rialzo. I prezzi alla produzione segnalano un nuovo record assoluto, oltre +37%. Le aziende tedesche sono in ginocchio e il sentiment dei manager è ai minimi storici: le bollette pesano e non hanno ancora scaricato completamente gli aumenti sui consumatori. Stanno comprimendo nella speranza che la curva inverta ma il tappo è pronto a saltare.



Picco di inflazione? Non in Germania. I prezzi alla produzione tedeschi sono aumentati al 37,2% a Luglio, un nuovo massimo storico. Ciò significa che i prezzi al consumo non avranno ancora raggiunto il picco così come negli Stati Uniti. Brutto segnale per tutta l'Europa e buona fortuna alla BCE. (fonte Dax Trading Ideas)


In questa carestia di rendimenti negativi, con scenari sempre più volubili, gli allibratori lì fuori sono pronti a vendervi qualunque cosa. Basta girare in qualche gruppo su Facebook, oppure semplicemente su Google in qualche banner pubblicitario. Tutti ci provano. E se tutti ci provano vuol dire che il business dello schema Ponzi è sempre pronto a tirare qualcuno dentro la rete. Fate attenzione alle truffe: chi propone rendimenti mensili alti anche soltanto sopra a percentuali del 3/5% è un qualcosa che dovrebbe farvi storcere il naso. Approfondiamo…


Cenni storici dello schema Ponzi

Carlo Ponzi, in arte Charles Ponzi (Lugo, 3 marzo 1882 – Rio de Janeiro, 15 gennaio 1949), è stato un truffatore italiano. Registrato all'anagrafe con il nome di Carlo Pietro Giovanni Guglielmo Tebaldo Ponzi, tra i molti nomi che adottò per mettere in atto le sue operazioni ci sono Charles Ponci, Charles P. Bianchi, Carl e Carlo. Emigrato negli Stati Uniti, divenne uno dei più grandi affaristi truffatori della storia statunitense. Divenne famoso per aver utilizzato su larga scala una tecnica da lui stesso ideata. Le sue truffe ebbero una notevole risonanza sui mezzi d'informazione, che denominarono la tecnica da lui adottata «schema Ponzi».



Charles Ponzi, il cui nome è diventato simbolo dello schema finanziario piramidale. Per gentile concessione degli Amministratori della Biblioteca pubblica di Boston/Collezione Leslie Jones


Lo schema Ponzi è un modello economico di vendita che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi "investitori", a loro volta vittime della truffa. Chi è nella parte alta della piramide viene tirato giù.

Le prime applicazioni di Carlo il magnifico le fece su larga scala nei confronti delle comunità di immigrati prima e poi in tutta la nazione, tentando di servirsi a suo vantaggio della differenza di valore, tra un Paese e l'altro, dei buoni postali. Ponzi non fu il primo a usare questa tecnica, ma ebbe tanto successo da legarvi il suo nome. Con la sua truffa coinvolse infatti 40.000 persone e, partendo dalla modica cifra di due dollari, arrivò a raccoglierne oltre 15 milioni.


I buoni postali, il segreto di Carlo

Ponzi si occupa di diversi affari. Scriveva una «guida del commerciante», una sorta di vademecum per promuovere i rapporti commerciali. La guida conteneva le pubblicità e gli indirizzi di una serie di inserzionisti, di tutti i generi merceologici. Il volume veniva spedito agli interessati, su richiesta. La guida passa pressoché inosservata, finché alcune settimane dopo Ponzi ricevette una lettera da una società spagnola che chiedeva informazioni in merito al volume. La lettera fu accompagnata da un buono di risposta internazionale (in inglese International Reply Coupon - IRC), che consentiva, nei paesi federati all'Unione postale universale, di ottenere un francobollo per inviare la busta di risposta.

Ponzi non ne ha mai visto uno prima di allora e chiese informazioni. In tal modo scoprì che, dato il diverso costo della vita in Spagna rispetto agli Stati Uniti, il buono (spagnolo) valeva di meno del francobollo (americano). I buoni avevano un costo diverso in ciascun Paese ma il loro controvalore in francobolli era lo stesso dappertutto. Gli accordi postali internazionali prevedevano che il destinatario non poteva utilizzare i francobolli della nazione del mittente, né il mittente poteva, nel proprio paese di residenza, acquistare i francobolli del paese estero di residenza del destinatario. I buoni internazionali risolvettero il problema, permettendo di pagare i costi postali di uno scambio di corrispondenza tra due mittenti che vivevano in stati diversi, con un diverso costo della vita.



Un esempio del tipo di buono risposta internazionale utilizzato da Ponzi nel suo schema. Per gentile concessione dell'ispettore postale Tripp Brinkley


Ponzi calcolò che, ricevendo i buoni da un paese dove il costo della vita era inferiore a quello statunitense, come la Spagna o l'Italia, la sola transazione (detta in gergo economico "arbitraggio") poteva generare un profitto. Quella fu l’illuminazione di Carlo. 100 buoni potevano originare 100 francobolli, ma se un buono spagnolo (costo in dollari = 10 centesimi) era cambiato negli Stati Uniti con francobolli da 15 o 20 centesimi l'uno, ecco che il profitto era del 50% o del 100%. L'alta inflazione del primo dopoguerra aveva infatti diminuito il costo dell'affrancatura in Italia al cambio in dollari statunitensi. Quindi, acquistando i buoni in Italia e scambiandoli con francobolli statunitensi, doveva essere possibile guadagnare sulla differenza.

Elaborò quindi uno schema operativo che prevedeva l'invio dei soldi all'estero presso un mandatario incaricato di acquistarli e inviarglieli negli USA; lui li avrebbe poi scambiati con francobolli statunitensi per poi rivenderli. Ponzi sostenne che il saggio di profitto realizzabile, tenuto conto delle transazioni e dei tassi di cambio, era del 400%. Inoltre questa forma di arbitraggio non era di per sé illegale. Ponzi incoraggiò così amici e colleghi a scommettere sul suo sistema, promettendo loro un tasso di rendimento sugli investimenti del 50% in 90 giorni.

Negli anni successivi costituì una società, la Securities Exchange Company, per promuovere il suo sistema. Alcuni investirono e furono ripagati come promesso. Si sparse così la voce e gli investimenti cominciano ad affluire a un tasso crescente; Ponzi assumette degli agenti a cui pagò profumate commissioni. Nel mentre però si rese conto di non poter fondare il proprio business, come previsto, sulla compravendita dei buoni postali: quelli circolanti infatti erano poche decine di migliaia, ma soprattutto, se era vero che il margine lordo di profitto nella compravendita di ciascun buono era enorme, le spese generali che occorreva affrontare per gestire l'acquisto e il successivo riscatto di tutti i coupon, ciascuno di valore estremamente basso se preso individualmente, erano tali da erodere gran parte dei profitti. In ragione di ciò, Ponzi iniziò a sua volta a praticare di nascosto uno schema piramidale, remunerando i vecchi investitori coi soldi dei nuovi.

Il gioco inizialmente resse: a Febbraio 1920 il capitale di Ponzi ammontava a 5.000 dollari, una somma già abbastanza cospicua per il tempo. A Marzo si arrivava a 30.000 dollari e partirono le assunzioni di altri agenti per raccogliere fondi dal New England e dal New Jersey. Chi investiva denaro nella compagnia in quel periodo guadagnò tantissimo e questo incoraggiò altri a investire i propri fondi. A maggio Ponzi aveva raccolto 420.000 dollari e iniziò a depositare il denaro nella Hanover Trust Bank, puntando a incrementare il deposito fino a poter prendere il controllo della banca; la manovra gli riuscì e a Luglio era già diventato milionario. Le persone ipotecarono le proprie case e investirono nella compagnia tutti i loro risparmi; molti reinvestirono nella compagnia tutti gli utili. Ponzi incamerò fondi a tassi esorbitanti, ma un'analisi finanziaria avrebbe potuto mostrare come in realtà la compagnia fosse in forte perdita. Nonostante questo, fino a quando i soldi continuano ad affluire, fu possibile per Ponzi remunerare gli investitori ai tassi promessi.

Con l'espandersi del "business" cominciarono ad avvertirsi i primi segnali del suo fallimento: un rivenditore di mobili, che ne aveva venduti alcuni a Ponzi quando questi non poteva permettersi di pagare, lo citò in giudizio per il dovuto. Ponzi vinse la causa, ma le persone cominciarono a chiedersi come egli abbia fatto da nullatenente a diventare un milionario in così poco tempo. Alcuni investitori decisero così di ritirare i loro fondi dalla Securities Exchange Company: Ponzi li remunerò profumatamente e la corsa all'uscita dalla compagnia si esaurì. Nel 24 Luglio 1920 il Boston Post pubblicò un articolo positivo su Ponzi e il suo schema, permettendogli di fare incetta di fondi come mai prima d'allora, con una raccolta giornaliera che arrivò fino a 250.000 dollari. Ma uno dei redattori del Post, non convinto, ingaggiò un investigatore per fare luce sulla società di Ponzi, che finì anche sotto la sorveglianza dello Stato del Massachusetts. Ponzi decise di incontrare gli ispettori proprio il giorno della pubblicazione dell'articolo e per distogliere temporaneamente i funzionari dai libri contabili della società si offrì di sospendere la raccolta durante le indagini; la mossa effettivamente riuscì a placare lo zelo investigativo degli ispettori.

Ponzi cercò per giorni una via di uscita dalla situazione, ma già il 26 luglio il Post iniziò la pubblicazione di una serie di articoli che ponevano seri dubbi sulle operazioni della Securities Exchange Company; il noto analista finanziario Clarence Barron, contattato dal giornale per esaminare lo schema di Ponzi, osservò che, nonostante i rendimenti fantastici realizzati dalla società, Ponzi non stava investendo in essa. Venne inoltre evidenziato che le attività della Securities Exchange Company avrebbero richiesto una quantità circolante di 160.000.000 buoni postali, mentre ne risultavano emessi solo 27.000; le Poste statunitensi, interpellate in proposito, negavano di aver riscontrato acquisti o scambi ingenti di coupon, né in patria né all'estero. Inoltre, come già accennato, emerse che le spese generali necessarie per acquistare e riscattare tutti i buoni portavano i profitti netti quasi a zero.



Raffigurazione di uno schema Ponzi: chi è in cima alla piramide scarica il malloppo nella proprie tasche, mentre i vecchi clienti vengono pagati dai nuovi (fonte Google)


Gli articoli causarono un'ondata di panico tra coloro che investirono nella compagnia: una folla di persone si assiepò davanti all'ufficio di Ponzi, il quale per tentare di placare le acque sborsò $2.000.000 di risarcimenti in tre giorni, oltre a recarsi a discutere personalmente con le persone, cui offre caffè e ciambelle e che rassicurandoli, disse loro che non avevano niente da temere. Molti cambiarono idea e lasciarono i loro risparmi presso di lui. Frattanto i dirigenti delle Poste annunciarono un cambiamento nei tassi di conversione postale, il primo dall'anteguerra, avendo però cura di dichiarare esplicitamente che i nuovi tassi non erano dovuti a nessuno schema posto in essere da individui o società al fine di lucrare sulle differenze nei tassi di cambio.

Ponzi continuò ad accumulare denaro, ma solo aumentando le passività. Ad un certo punto, in un'ottica truffaldina, la soluzione più logica sarebbe stata quella di trasportare il denaro fuori dagli USA, dove le autorità non sarebbero riuscite a recuperarlo. Ponzi invece, preoccupato di preservare la propria immagine "onesta", restò a Boston e continuò a rimborsare gli investitori; stando alla sua autobiografia, sperò sempre di riuscire a utilizzare il tesoro accumulato per iniziare un commercio legale che avrebbe generato rendimenti tali da permettergli di rimborsare gli investitori e far arricchire tutti.

Nel frattempo Ponzi aveva anche assunto un agente pubblicitario, un certo James McMasters, il quale presto diventò diffidente verso la buona fede del capo, essendo peraltro a conoscenza delle inchieste che lo interessano. Questi decise infine di contattare il Post, affermando di avere le prove della "follia finanziaria" di Ponzi. Il giornale, fiutando lo scoop, gli offrì 5.000 dollari per raccontare tutta la sua storia, che uscì in un articolo in prima pagina il 2 Agosto: Ponzi venne apertamente accusato di essere insolvente e sull'orlo della bancarotta. Il 10 Agosto gli agenti federali fecero irruzione nella sede della Securities Exchange Company e ne ordinarono la chiusura, assieme alla Hanover Trust Bank; la perquisizione non portò alla luce alcuno stock consistente di buoni e segnò la fine dell’evidente della natura fittizia dello schema d'investimento.

Nei giorni successivi il Post continuò nella campagna contro Ponzi, pubblicandone la fedina penale e i primi piani del suo volto sorridente scattati durante l'arresto in Canada. Il 13 Agosto Ponzi venne arrestato con svariati capi d'accusa, tra i quali 86 frodi. Nonostante tutto, ancora oggi molte persone credono ancora in lui e se la prendono con gli ispettori federali che l'hanno "incastrato". Secondo le stime finali, nella società di Ponzi avevano investito 40.000 persone, per una cifra complessiva di 15 milioni di dollari.


I Ponzi ai giorni nostri

Lo schema di Ponzi si è sviluppato nel tempo in varianti più complesse, pur mantenendo la stessa base teorica e continuando a sfruttare l'avidità o la necessità delle persone. Oggi esistono normative al riguardo, per cui strutture con questi schemi risultano illegali in ogni parte del mondo, a tutela sia delle persone che delle aziende che scelgono di avvalersi del marketing multilivello.

...Come funziona lo schema: al potenziale cliente viene promesso un investimento con rendimenti superiori ai tassi di mercato, in tempi ravvicinati. Dopo poco tempo viene restituita parte della somma investita, …

… gli interessi con i soldi via via incassati (la finanziaria ha capitale sociale zero, ma gli investitori non lo sanno). Lo schema si interrompe quando le richieste di rimborso superano i nuovi versamenti.

Lo schema di Ponzi permette a chi comincia la catena e ai primi coinvolti di ottenere alti ritorni economici a breve termine, ma richiede continuamente nuove vittime disposte a pagare le quote. I guadagni derivano infatti esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori e non da attività produttive o finanziarie. Il sistema è naturalmente destinato a terminare con perdite per la maggior parte dei partecipanti, perché i soldi "investiti" non danno alcuna vera rendita né interesse, essendo semplicemente incamerati dai primi coinvolti nello schema che li useranno inizialmente per rispettare le promesse. La diffusione della truffa spesso diventa di tale portata da renderla palese, portando alla sua interruzione da parte delle autorità.

Le caratteristiche tipiche sono:

  • promessa di alti guadagni a breve termine;
  • ottenimento dei guadagni da escamotage finanziari o da investimenti di "alta finanza" documentati in modo poco chiaro;
  • offerta rivolta ad un pubblico non competente in materia finanziaria;
  • investimento legato ad un solo promotore o azienda.

Risulta evidente che il rischio di investimento in operazioni che sfruttano questa pratica è molto elevato. Il rischio è crescente al crescere del numero degli iscritti, essendo sempre più difficile trovare nuovi adepti. In Italia, Stati Uniti e in molti altri Paesi, questa pratica è un reato, essendo a tutti gli effetti una truffa.

Lo schema di Ponzi è tornato alla ribalta internazionale il 12 dicembre 2008, a causa dell'arresto di Bernard Madoff, ex presidente del NASDAQ e uomo molto noto nell'ambiente di Wall Street. L'accusa nei suoi confronti è di aver creato una truffa compresa tra i 50 e i 65 miliardi di dollari (una delle maggiori della storia degli Stati Uniti) proprio sul modello dello schema di Ponzi, attirando nella sua rete molti fra i maggiori istituti finanziari mondiali. Il 12 marzo 2009 Bernard Madoff si dichiarò colpevole di tutti gli undici capi d'accusa a lui ascritti e fu condannato a 150 anni di carcere.

Nel 2009, si dichiarò colpevole di una frode che ha colpito fino a 37mila persone in 136 Paesi nell’arco di quattro decenni, fino alla fine del 2008. Tra le sue vittime, anche personaggi famosi come il registra Steven Spielberg, l’attore Kevin Bacon e il premio Nobel per la Pace Elie Wiesel. La truffa che aveva architettato valeva oltre 60 miliardi di dollari, probabilmente una delle maggiori al mondo: l’aveva portata avanti per anni e nessuno, né le autorità né gli investitori, se ne erano mai accorti. I 64,8 miliardi erano la cifra riportata sulla carta da Madoff nei falsificati documenti ai suoi clienti; investitori, a volte celebri, negli anni gli avevano affidato almeno 17,5 miliardi e la magistratura ha a oggi recuperato circa 13 miliardi del maltolto.

Nato il 29 aprile 1938, Madoff aveva fondato la sua prima società nel 1960 investendo 5.000 dollari guadagnati facendo il bagnino in spiaggia. Madoff era poi stato presidente del Nasdaq, il listino tecnologico, al quale era riuscito ad attirare società di primo piano quali Apple, Sun Microsystems, Google e Cisco System. La carica ricoperta gli era valsa un’ottima reputazione e quindi una quasi incondizionata fiducia, sulla quale basò la truffa.

La crisi di Wall Street del 2008 ha però piegato lo schema quasi perfetto adottato da Madoff, quando grandi fondi e altri protagonisti istituzionali hanno cominciato a ritirare rapidamente capitali da conti aperti con Madoff, mettendo a nudo lo schema truffaldino e costringendolo a confessare ai figli che la fortuna della società era falsa. Il suo «schema», la promessa di investimenti da profitti stellari, permette a chi inizia la catena e ai primi coinvolti di ottenere alti ritorni economici a breve termine, ma richiede continuamente nuove vittime disposte a pagare: i guadagni arrivano infatti solo dalle quote pagate dai nuovi investitori e non da attività produttive o finanziarie.



Nel 2009, Bernie Madoff ha perso 60 miliardi di dollari degli investitori. Fu condannato a 150 anni di carcere. Nel 2022, Do Kwon ha perso 60 miliardi, dopo che Luna è crollata a 0$. Ha quindi creato Luna 2.0. (fonte Twitter)


Do Kwon è il fondatore di Luna, una crypto valuta o meglio identificata come “stable coin” che si proponeva di ruotare, così come la Luna, intorno alla Terra, dove il dollaro è il dominatore indiscusso. In questo modo qui “garantiva” agli investitori dei rendimenti fissi nel tempo e il cambio fissato a 1 contro il dollaro. Sembrava la rivoluzione, invece il suo nome è stato subito affiancato prima a Madoff e poi a Carlo Ponzi, identificando l’ennesima truffa del mondo cripto. Questo volubile mondo è stato preso d’assalto da abili giocatori che, promettendo guadagni facili e rapidi, ha mosso grandi quantità di denaro dentro i loro business. La mente umana è tarata per la sofferenza: tutto cambia affinchè nulla cambi.


Calendario economico della settimana

L’apertura dei mercati questa settimana è estremamente negativa in Europa. Nella prossime ore capiremo di più sulla bontà di questo movimento di correzione, ma c’era da aspettarselo. Personalmente erano settimane che gettavo acqua sul fuoco del rialzo per tutta una serie di questioni fondamentali che stanno attraversando trasversalmente il vecchio continente. A questo si aggiungono strutture cicliche e stagionalità che ci porteranno inevitabilmente alla presa di coscienza dello scenario circostante.

La lettura del calendario è molto interessante: si partirà da Martedì 23 Agosto con l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero in Germania; seguiranno una serie di dati nel Regno Unito (che è di fatto il nuovo barometro delle decisioni di politica monetaria, vista l’intraprendenza del suo presidente), mentre la giornata si chiuderà con le vendite di nuove abitazioni negli Stati Uniti.



Mercoledì sarà poi il turno di alcuni dati sempre oltre oceano, ma la giornata campale sarà quella di Giovedì 25 Agosto dove usciranno il PIL tedesco, l’indice IFO (sempre in Germania), le minute della BCE e il PIL Statunitense. Davvero niente male come indicazioni per la prossima riunione della Federal Reserve di Settembre. Il meeting verrà anticipato dal classico evento estivo di Jackson Hole, dove banchieri centrali di tutto il mondo si incontreranno per fare il punto della situazione sui piani da seguire e coordineranno eventuali passi da compiere. Powell come sempre inaugurerà la kermesse con il suo discorso Venerdì 26 Agosto. Tanta carne al fuoco e tanta volatilità, ma sempre attenti ai Ponzi in giro per il globo.

Al prossimo articolo!


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