MT24: Mentre tutto scorre


“Nel mercato azionario si hanno due scelte: arricchirsi lentamente o impoverirsi rapidamente.” — Benjamin Graham


I dati del lavoro americani della scorsa settimana, i cosidetti Non Farm Payrolls, sono di nuovo al centro dell’attenzione. Nel corso degli anni questo dato è stato catalizzatore dei movimenti di mercato del dollaro americano contro tutte le altre valute. Da alcuni mesi a questa parte, con i market drivers concentrati in altre parti del globo, con un super dollaro e materie prime alle stelle, sono stati completamente bistrattati.

Nell’ultima lettera inviata agli investitori ho voluto mettere sotto la lente d’ingrandimento, le politiche delle banche centrali e il loro distacco dalla forward guidance. Powell e anche Lagarde hanno sottolineato che per i prossimi mesi saranno totalmente guidati dai dati, e non più da pianificazioni e strategie di lungo periodo. Questo perchè per loro è importante invertire quanto più presto possibile la curva inflattiva e provocare una recessione autoindotta.



Dato NFP superiore alle attese: il mercato del lavoro è in ritardo rispetto al ciclo economico di almeno 4-6 mesi (fonte TradeEconomics)


I dati del mercato del lavoro USA hanno messo in luce dei guadagni orari in aumento sulle buste paga, un tasso di partecipazione alla forza lavoro in calo e 528.000 posti richiesti: più del doppio delle aspettative precedente (372.000). Una Fed dipendente dai dati ora deve essere molto aggressiva. Questo rapporto di lavoro di successo è stata probabilmente la cosa peggiore che potrebbe accadere per le attività di rischio nei prossimi 2-3 mesi: indici e azionari torneranno sotto pressione. Continuerà la marcia dell’aumento dei tassi di 75 punti base? A mio parere si e sarà la Fed a concludere nella prossima riunione che sono ancora necessari grandi aumenti e quindi hanno aumentato la probabilità di una recessione più profonda. Il dato dell’inflazione di questa settimana sposterà di nuovo l’ago della bilancia, in un verso o nell’altro.

Il viaggio della speranza

Gli Stati Uniti d’America sono i re delle provocazioni. In qualunque conflitto nel globo c’è il loro zampino. Non è anti-americanismo il mio, sono loro che insistono da 30 anni con il voler “esportare la democrazia nel mondo”. Mi dispiace ma non è possibile. A partire dal Vietnam per finire all’Afghanistan, gli Stati Uniti hanno collezionato una serie di sconfitte epiche quando hanno cercato invano, con la scusa della democrazia appunto, di ristabilire ordine in posti remoti del mondo che sono lontani dalla mentalità occidentale.

Va bene essere Atlantisti concettualmente ma ammettere gli errori è un gesto di onestà intellettuale, quella che manca a molti. Poi sono nate le Nazioni Unite, la Nato, l’Onu dove, con la scusa di compiere “operazioni di pace” si è solo scavato un solco nel pieno dell’Europa, fondamentalismo in Medio Oriente e guerra commerciali in Asia.

Premessa necessaria per poter affrontare in modo oggettivo gli avvenimenti recenti. L’ultima provocazione in ordine temporale, è il viaggio della Speaker della camera Nancy Pelosi a Taiwan. Ecco il comunicato ufficiale subito dopo esser atterrata nella capitale Taipei:

La Presidente della Camera Nancy Pelosi e i membri di una delegazione del Congresso hanno rilasciato questa dichiarazione al loro arrivo a Taiwan. Questa visita è la prima ufficiale a Taiwan di un Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti in 25 anni.

"La visita della nostra delegazione del Congresso a Taiwan onora l'impegno incrollabile dell'America a sostenere la vibrante democrazia di Taiwan.”



L'edificio più alto di Taiwan illuminato con un messaggio pro-Pelosi (fonte Governo Taiwan)


"La nostra visita fa parte del nostro viaggio più ampio nell'Indo-Pacifico - che comprende Singapore, Malesia, Corea del Sud e Giappone - incentrato sulla sicurezza reciproca, sul partenariato economico e sulla governance democratica. I nostri colloqui con la leadership di Taiwan si concentreranno sulla riaffermazione del nostro sostegno al partner e sulla promozione dei nostri interessi comuni, tra cui il progresso di una regione indopacifica libera e aperta. La solidarietà dell'America con i 23 milioni di abitanti di Taiwan è più importante che mai oggi che il mondo si trova a dover scegliere tra autocrazia e democrazia.

"La nostra visita è una delle tante delegazioni del Congresso a Taiwan — e non contraddice in alcun modo la politica degli Stati Uniti di lunga data, guidata dal Taiwan Relations Act del 1979, dai comunicati congiunti USA-Cina e dalle Sei Assicurazioni. Gli Stati Uniti continuano ad opporsi agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo".



Il viaggio dell’aereo di stato americano è stato il volo più seguito dall’applicazione flightradar24: quasi 3 milioni di persone in contemporanea collegati al provider, hanno assistito al volo dello SPAR19, il veicolo utilizzato dall’aviazione americana per raggiungere Taiwan dopo che il suo tour di relazioni internazionali è continuato nel continente asiatico. I timori e l’interesse di questo volo erano da ricondurre alle dichiarazioni del governo cinese che, continuamente ha invitato gli Stati Uniti ad evitare di raggiungere Taiwan perchè, secondo Pechino, “Taiwan è una questione interna.”

Vi consiglio vivamente la lettura della newsletter n°14 del 30 Maggio di quest’anno: dopo aver raccolto informazioni in merito, ho parlato dettagliatamente di come la Cina sta approcciando a questa faccenda.



Qui vi riporto un piccolo estratto:

...In questo momento storico la Cina è in uno stato di prontezza alla guerra. "Nessuno dovrebbe sottovalutare la decisa determinazione, la ferma volontà e la forte capacità del popolo cinese di difendere la …

… Esteri Wang Wenbin, dato che “Taiwan è una questione interna". La Cina negli ultimi mesi sta aumentando la pressione verso i ministri degli interni per accelerare il processo di reclutamento e addestramento.



Dal decollo all'atterraggio, 2,92 milioni di utenti hanno seguito almeno una parte del volo di SPAR19 tra Kuala Lumpur e Taipei, con 708.000 all'atterraggio. Entrambi sono record di monitoraggio. (fonte flightradar24)


La Presidente della Camera Nancy Pelosi ha dichiarato che gli Stati Uniti non abbandoneranno Taiwan, riaffermando il sostegno al governo democraticamente eletto di Taipei nonostante le nuove minacce di azione militare da parte di Pechino. La Cina, che considera Taiwan come parte del suo territorio, ha annunciato le più provocatorie esercitazioni militari degli ultimi decenni intorno all'isola sulla scia della visita di Pelosi, che rischia di scatenare una crisi tra le maggiori economie del mondo. Per ritorsione, la Cina ha anche bloccato alcuni scambi commerciali con Taiwan e ha avvertito le compagnie aeree che operano in Asia di evitare di volare nelle aree intorno all'isola.

Giovedì ha lanciato 11 missili nel mare intorno a Taiwan in risposta alla visita della Presidente della Camera Nancy Pelosi, anche se Taipei ha minimizzato l'impatto sui voli e sulla navigazione. Il viaggio della Pelosi ha lasciato la Casa Bianca furiosa e alla ricerca di un piano. L'amministrazione Biden sta facendo pressioni sui senatori democratici per frenare una proposta di legge che modificherebbe la politica degli Stati Uniti nei confronti di Taiwan, anche designandola come uno dei principali alleati non appartenenti alla NATO. La Cina ha dichiarato di aver annullato un incontro faccia a faccia tra il Ministro degli Esteri Wang Yi e il suo omologo giapponese a causa di una dichiarazione del G-7 che esprimeva preoccupazione per le "azioni minacciose" di Pechino nei confronti di Taiwan. Richiamati anche gli ambasciatori. No bueno.


Perché Taiwan è importante per la Cina

Mentre i carri armati russi entravano in Ucraina il 24 Febbraio 2022, tra le dichiarazioni di Vladimir Putin che faceva riferimento alle rivendicazioni storiche della Russia sul Paese, è diventato difficile non fare paragoni con le relazioni altrettanto controverse tra Cina e Taiwan. In effetti, il Ministero della Difesa di Taiwan ha riferito che le incursioni cinesi nella sua zona di difesa aerea attraverso lo stretto di Taiwan hanno raggiunto un massimo di 40 anni nel 2021. Tuttavia, una caratterizzazione forse più diretta del sentimento cinese nei confronti di Taiwan si è avuta in una conferenza stampa durante il 13° Congresso Nazionale del Popolo, il 7 marzo 2021, quando il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi avrebbe affermato che: "Taiwan alla fine tornerà nell'abbraccio della madrepatria".

Come nel caso della Russia e dell'Ucraina, la dinamica del potere geopolitico tra Cina e Taiwan è più complessa di quanto la sola metrica economica possa spiegare. Quantità sconosciute come le aspirazioni di riunificazione della Cina e la politica interna di Taiwan minacciano lo scomodo equilibrio di interdipendenza tra i due Paesi. Sia l'Ucraina che Taiwan condividono il fatto storico di uno Stato nazionale democratico più piccolo che cerca di ottenere la sovranità indipendente da una superpotenza monopartitica oppressiva attraverso l'allineamento ai valori occidentali del libero mercato. È lo sviluppo di Taiwan, a partire dagli anni '80, in un avamposto quasi occidentale (con un parallelismo con Hong Kong) che ha attirato investimenti stranieri per un valore di 7,6 miliardi di dollari (215,65 miliardi di dollari) al suo picco nel 2018.



La compagnia TSMC Taiwanese è leader di mercato nella produzione e commercializzazione mondiale di semiconduttori (fonte TrendForce)


Il settore elettronico di Taiwan attira la maggior parte di questi investimenti stranieri. In effetti, l'importanza di Taiwan per l'industria globale dei semiconduttori non può essere sottovalutata. Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) è il più grande produttore di chip a contratto del mondo e la società quotata in borsa più preziosa dell'Asia, con 600 miliardi di dollari. Gran parte della catena di fornitura globale di semiconduttori dipende da Taiwan. Un esame più attento dei progetti di investimento estero greenfield a Taiwan mostra che il settore dell'elettronica ha attirato la maggior parte degli investimenti nel 2019 e nel 2020.

Mentre alcuni hanno visto nell'invasione russa dell'Ucraina un potenziale catalizzatore per un conflitto Cina-Taiwan, altri hanno sottolineato che la Cina osserverà le sanzioni e le condanne internazionali che si abbatteranno sulla Russia e si chiederà se essere indulgenti o meno, in un'economia globale così fortemente interdipendente valga la pena di rischiare lo status quo. Inoltre, le economie di Cina e Taiwan sono inestricabilmente legate. La Cina è il principale partner di Taiwan per le esportazioni, con un valore di 515 miliardi di dollari da gennaio 2017 a gennaio 2022, più del doppio degli Stati Uniti, che erano il partner successivo.

Le esportazioni taiwanesi attraverso lo stretto verso la Cina continentale hanno raggiunto il massimo storico nel 2021, ma forse ancora più importante è il fatto che la piccola nazione insulare ha messo sotto scacco la Cina per quanto riguarda i semiconduttori. Nel 2020, la Cina ha speso più per l'importazione di chip che per il petrolio (molti ritengono che la Cina stia accumulando chip e rame). Inoltre, la Cina non diventerà autosufficiente nel settore dei semiconduttori per almeno un altro decennio, nonostante l'enorme impegno finanziario di Pechino nello sforzo per i semiconduttori.



Il principale partner commerciale di Taiwan è la Cina (fonte Taiwan Bureau of Foreign Trade)


Un'eventuale invasione cinese di Taiwan nei prossimi cinque anni rischierebbe di danneggiare o distruggere gran parte delle infrastrutture tecnologiche su cui la Cina fa affidamento per rifornire le sue industrie elettroniche e manifatturiere di componenti chiave. Le conseguenze economiche di un'invasione su larga scala potrebbero includere l'industria dei semiconduttori di Taiwan come bottino di guerra ma, allo stesso modo, i taiwanesi potrebbero essere pronti, disposti e in grado di sabotare seriamente o addirittura distruggere gli stessi impianti di semiconduttori, in particolare la rete di fabbriche avanzate di TSMC, per privare i cinesi di parte di quel bottino. Taiwan è una miniera d’oro e vitale per primeggiare tra le economie mondiali.

L’isola dei pesci grossi

I dati economici di Taiwan dimostrano che non si tratta di una storia di Davide e Golia. Taiwan è la 21esima economia mondiale, con un PIL di 662,1 miliardi di dollari. Il PIL del Paese è cresciuto del 44% tra il 2010 e il 2021 e si prevede una crescita del 19% entro il 2025. Inoltre, un'invasione di Taiwan da parte della Cina non è affatto un successo militare assicurato. La forza economica di Taiwan e gli alleati globali, in particolare gli Stati Uniti, sono fattori significativi in qualsiasi calcolo di guerra.

L'economia taiwanese sta andando alla grande negli ultimi anni. Molto più avanti della Cina in termini di tenore di vita, per non essere mai raggiunti. Cosa ha da offrire la Cina a Taiwan? Come miglioreranno le vite dei taiwanesi se la Cina annette Taiwan? Niente: solo povertà e miseria.

Il rapido successo economico di Taiwan si basa sul principio della propria economia di libero mercato, del proprio governo e della propria carica presidenziale, della propria moneta e del proprio esercito. Taiwan agisce come un Paese sovrano nonostante il limitato riconoscimento diplomatico. La posizione strategica di Taiwan e l'ambiente relativamente trasparente e democratico fanno sì che le imprese straniere possano godere di un ambiente normativo e commerciale di libero mercato simile a quello che si trova nelle principali economie globali democratiche, come gli Stati Uniti.



PIL a confronto: Taiwan è una miniera d’oro in termini di produttività (fonte Twitter)


Tuttavia, gli investitori stranieri sono comprensibilmente preoccupati per le tensioni politiche che attraversano lo stretto di Taiwan. La volontà politica di Taiwan di commerciare liberamente con il resto del mondo è ostacolata dalle pressioni di Pechino. Gli sforzi di Taiwan per concludere un accordo commerciale bilaterale con gli Stati Uniti hanno incontrato finora progressi limitati. La visita di Pelosi è un segnale e l’inizio di un dialogo aperto per aderire all'Accordo globale e progressivo per il partenariato trans-pacifico.

A causa delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, un certo numero di aziende taiwanesi e straniere, che prima avevano sede nella Cina continentale, si sono trasferite di nuovo a Taiwan. In questo modo Taiwan ha beneficiato inaspettatamente delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e della pandemia Covid-19, dimostrando una crescita resistente. Tuttavia, una sfida significativa per Taiwan è l'incapacità del Paese di tenere il passo con la sua crescente domanda di energia. Taiwan si è impegnata pubblicamente a raggiungere l'obiettivo dell'energia zero entro il 2050 e, nonostante disponga di alcune delle migliori condizioni al mondo per l'energia eolica e solare, i progressi in questo campo sono stati lenti. Nel 2017 a Taiwan si sono verificate interruzioni massicce di corrente che hanno colpito quasi 7 milioni di famiglie e, all'inizio di marzo 2022, un incidente in una centrale elettrica ha causato interruzioni di corrente diffuse in tutta l'isola, anche nella capitale Taipei.

Cosa spingerebbe la Cina a invadere Taiwan adesso?

L’interesse prima di tutto. Cosa c'è di diverso in questo momento storico che può minacciare il finora fragile equilibrio che teoricamente soddisfa gli interessi sia della Cina che di Taiwan? L'incursione della Cina nella crescita economica di stampo occidentale si è conclusa con un ripiegamento economico. L'espansione militare della Cina rende il Paese una forza credibile contro gli Stati Uniti. Gli eventi di Hong Kong del 2020, che hanno visto la Cina reprimere le proteste contro l'ulteriore invasione del Paese, potrebbero aver incoraggiato Xi Jinping e compagnia.



L'attuale situazione geopolitica indica che la Cina sta cercando di prendere Taiwan quest'anno (fonte FP)


La politica interna di Taiwan può potenzialmente far pendere l'ago della bilancia. Il presidente di Taiwan del Partito Democratico Progressista, ha chiesto sempre più apertamente l'indipendenza ufficiale dalla Cina. Il Partito Comunista Cinese (PCC) riterrà di non avere altra scelta se non quella di rispondere con un'incursione militare? Come dimostra la visita del 2022 del presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi (e le successive escalation militari in risposta da parte della Cina), tuttavia, l'isola ha un profondo legame emotivo e storico con la Cina continentale. Indipendentemente dal fatto che le preoccupazioni pratiche prevalgano a Pechino sul tentativo di attuare una visione storica su Taiwan, è chiaro che il destino di Taiwan è inesorabilmente legato alla Cina e alle economie e infrastrutture tecnologiche ben oltre i confini taiwanesi. Farci gli affaracci nostri e non andare dietro al sodalizio statunitense potrebbe essere cosa e buona e giusta. La speranza è che i nostri governanti non entrino nel merito di questo scontro tra potenze, dagli esiti imprevedibili.

Calendario economico della settimana

I dati macro che ci condurranno alla pausa di Ferragosto (che non colpirà Macro Talk), saranno scarni. Settimana che partirà molto carica dal punto di vista delle tensioni geopolitiche con la questione Taiwan sul tavolo, ma col freno a mano tirato per gli indicatori economici. Con un salto carpiato ci addentriamo subito a metà settimana, Mercoledì 10 Agosto con il fondamentale dato sull’inflazione (IPC) che catalizzerà tutte le attenzioni dei mercati finanziari: dall’ultimo dato 9.1% l’attesa è quello di un inizio di declino o stabilizzazione della curva. Una Fed dipendente dai dati come detto in prefazione, ricalibrerà il sentiment degli investitori, con conseguente volatilità in arrivo. Giovedì avremo le richieste per i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, con il Giappone chiuso per festività (Giornata della Montagna, mai sentita). Venerdì tornerà sotto l’occhio dei mercati il Regno Unito, dopo le recenti azioni intraprese dalla BOE: il dato del PIL e la produzione manifatturiera verranno pubblicati in chiusura di settimana.



Sul fronte del mercato dei cambi Euro/Dollaro continua a mantenersi sopra la parità senza prendere forza, ma almeno consolidando in area 1,02. Il petrolio sembra aver rotto la soglia psicologica dei 100 dollari al barile: attenzione ai target dei 75, lì sotto potrebbe davvero arrivare la recessione anche in Europa che potrebbe anticipare poi quella tecnica da PIL.

In conclusione, mentre tutto scorre, con i prezzi dell’energia alle stelle in Europa, nuovi contrasti USA-Cina, guerra Russia-Ucraina ininterrotta e inflazione che Bailey governatore della Banca Centrale inglese prevede oltre il 13% per fine anno, i mercati se ne infischiano e salgono. Perchè questo rally? Non ne ho idea. O meglio, ci sono varie teorie che sono dietro ai movimenti dei prezzi ma non mi fossilizzerei con le analisi del giorno dopo. Meglio prenderne atto e guardare avanti su dove possano essere le opportunità migliori per il futuro, a mio parere al ribasso, prima di un nuovo impulso.

Occhio agli sciacquoni…al prossimo articolo!


 

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